Paperino Surfista

lunedì 28 marzo 2022

I cani vecchi non sognano padroni nuovi

 I CANI VECCHI NON SOGNANO  PADRONI NUOVI


"I need a change", collage,


"I cani vecchi non sognano padroni nuovi:
nella loro decrepita senilità sognano altre case,
scale strane, odori bizzarri,
mobili inconsueti, una topografia sconosciuta.
Ed è meglio non disturbarli.
Il segreto è tutto qui." 

Josif Brodskij
"Fondamenta degli incurabili"



Ascoltando: una canzone dei Beatles di cui conosco il testo a memoria.
Mangiando: un cioccolatino con all'interno una nocciola del Piemonte.
Bevendo: un calice di vino rosso che nasce nelle colline nebbiose.
Indossando: una camicia stropicciata e una cravatta nera.
Sentendomi: stanchissimo e assonnato, cerco di resistere più a lungo possibile sveglio.
Meteo: sono le 9 di sera di un autunno quieto.
Volendo: esser seduto in un salotto elegante e caldo, come avevo scorto una sera a Venezia.
Necessitando: di non andare al lavoro domani.
Pensando: a Davide Arena che è in Messico.
Provo gioia nel: guardare il mio cane che sonnecchia e io che sorseggio il vino.

Il mio dilemma sei tu: io sono sempre stato un uomo semplice ma tu hai deciso che ero complicato e ti ho assecondato. La mia famiglia voleva che facessi il farmacista e io volevo guidare un carrarmato: sono finito a fare l'impiegato anche perchè se De Andrè ci dedicò un album, non doveva essere così male quel mestiere. E, come l'impiegato del Faber, mi sono ritrovato con idee rivoluzionarie in testa che alla fine galleggiavano come relitti in un oceanico individualismo cinico.
Una voce assetata di acqua mi parlava sempre da dentro, con chiarezza, e mi consigliava di fermare e arretrare, auspicando che il momento del segnale per fare il grande balzo sarebbe arrivato e non avrei dovuto sprecare tutto quel fuoco ardente, né  scoprire le carte subito: e invece mi sono fatto letteralmente fare a pezzi dalla mia ambizione, maciullare dal denaro che è diventato nel corso di questi anni il Signore della mia Oscurità, un capolavoro rovinato da due divorzi isterici e sterili, sgarbati fin sopra le righe. Ogni volta me ne sono andato con un'uscita da grande diva, senza voltarmi indietro e lasciando tutto ciò che c'era di materiale, lì, per insultare la persona rovesciandole addosso la sua meschinità per l'attaccamento agli oggetti  e per far ben comprendere quanto fosse  cosa grave il perdermi. Erano chiaramente mie fantasie e alla terza casa mi sono detto che non avrei mai più stabilito connessioni strette con nessuno: e così fino ad ora è stato e la situazione non è da riconsiderare, vedo ormai il mondo da una prospettiva sgranata dai pixel impazziti.
Mio padre si chiama Giacinto, ha circa 80 anni e non ha mai cambiato la montatura degli occhiali dalla prima volta che glieli ho visti sul naso: cambia le lenti ogni tanto. E' sveglio, vispo, disincantato e ha le stesse abitudini e gli stessi vestiti da anni: ed è sempre per abitudine che stanno insieme i miei genitori, da anni e anni. Vanno sempre ogni anno, da quando ha aperto il "Museo della Natura Morta", a Poggio a Caiano, qui nei pressi di Prato. Hanno un loro quadro preferito:



Giovanna Garzoni "Natura morta con popone su un piatto, uva e una chiocciola" 1650

Eseguito da una pittrice donna, Giovanna Garzoni (1600-1670 circa), originaria di Ascoli Piceno, che prediligeva  come tecnica la tempera su pergamena; passò per Torino ( città in cui mi sono sempre ripromesso di andare) alla Corte dei Savoia.  Ai miei genitori garba in un modo che non si sa spiegare: a volerla dire tutta, il piatto non è ben disegnato e anche lo scorcio e la prospettiva del melone sono da correggere, eppure loro ne subiscono un'attrazione misteriosa; sarà per la mosca, che piace molto al babbo, o per i chicchi d'uva ( "Venti, in primo piano", aggiunge sempre Amaranta, mia madre) che invece inghiottosiscono gli occhi alla mamma. E sempre, al ritorno da questi loro viaggetti e trastulli, ripetono all'osteria e al bar dove giocano a carte, di aver visto la Garzoni come se avessero visto il Buonarroti e ribadiscono sia la grandezza di quest'opera sia l'incorrotta cucina di una locanda di Artimino, che esiste da moltissimi anni, e che continua ad essere "qualcosa da leccarsi i baffi".
La loro vita, insieme da anni, a ricordar fino i 17 anni,  io non ce l'avrò mai, io non ce l'avrò più: solo la prima volta che mi sono innamorato, se fosse stato per sempre ( non dico l'innamoramento, ma se mi fossi trovato nelle condizioni di non potermi separare), allora proverei la sensazione che vedo provare a loro: ma ero già nato col divorzio libero, era più probabile che mi separassi piuttosto che resistere in un recinto di relazione. E non saprò mai cosa  è quel pensiero che ormai non ti infastidisce più, l'emozione che ora è gratitudine dopo aver cambiato tantissime forme ed esser passata dall'essere le farfalle nello stomaco alla voglia di cavare gli occhi al tuo coniuge. Se ti ho tradito, non ricordo; se sono stato tradito, non ricordo. I vecchi matrimoni ben riusciti, in cui i coniugi son diventati fratello e sorella e "Chissà i chi ci ha dato quella Gondoletta di Venezia posta sul centrino sopra il comò, era il viaggio di nozze di chi? Chi si era sposato? ah già, io e te!".
 Il mercato libero mi ha reso un uomo solitario e scontroso, sfiduciato: sono un collage commemorativo di cartoline sbiadite, pentito di aver scongelato dei sentimenti, e la mia vita sessuale sembra il culto dei morti, interfacciandomi con signore disperate sui siti d'incontri. Una posizione di luce radicale che ho adottato da tre anni, senza nemmeno dover spendere i soldi per una cena e poi chissà: il mio mondo si è enormemente avvantaggiato di queste opportunità che si moltiplicano, sfoglio almeno una volta alla settimana i "cataloghi" on line, come se fossi in una pasticceria dal menù  interminabile. Donne sole, donne disperate, donne che hanno paura di essere sole e disperate e credono così di celare di essere sole e disperate; sorridenti, ammiccanti, tristi, maliziose, porche, timide sobillate da chissà quale amica cattiva consigliera; se ne stanno tutte lì appollaiate al filo della tensione della chance di incontrare il vero secondo o il vero terzo amore della loro vita. Si credono spigliate.
Mi sono abbastanza tenuto bene col passare degli anni: non ho mai amato lo sport e non comprendo chi lo pratichi ossessivamente, ma ho la fortuna di avere un fisico longilineo e di non essermi sfondato come tanti miei vecchi amici: un moderato ma frequente uso di cannabis da giovane che ora diventa occasionalissimo quando mi incontro saltuariamente con una combriccola che conobbi in un paesino su per i monti, anni e anni or sono. Un uso quotidiano serale di vino definibile come modica quantità, ho smesso di fumare ma non sono diventato uno che fa prediche se altri fumano. Per inciso, non mi garbano le donne che fumano troppo: non hanno idea di come i  profumacci che si versano addosso si mescolino alla nicotina, producendo un odore stomachevole, per cui escludo dagli appuntamenti quelle che dichiarano di essere fumatrici, anche se scrivono di essere "occasionali" o di "fumare poco", perchè sono quelle che cercano di pescare in più vivai differenti, tenendosi aperte più occasioni possibili di incontrare Mr. Right.
Continuando sull'argomento olfattivo, un altra fregatura con le signore è la tinta per capelli: certo, molte persone iniziano ad esser canute da giovani, e pazienza. ma è una verità che invecchiando s'ingrigisce e quindi le tinte vengono utilizzate in abbondanza. Ebbene, questo talvolta è un miasma ammoniacato che, come la nicotina stantia, si integra con l'onnipresente e abbondante profumaccio di cui sopra. Dei colori orrendi ed impropri proprio non mi curo, non mi nego di sicuro una chiavata per quei rossi o quei neri o quei biondi inverosimili: anzi, quando sfoglio il catalogo dell'offerta muliebre  vado alla ricerca proprio dei colori più improbabili e poi faccio scommesse con me stesso sul colore dei peli pubici!


"Va bene così", collage



Ogni donna, al primo appuntamento, porta nella borsetta la sua tavolozza rosicchiata e sgualcita dal tempo che è passato, su cui sono rimaste tracce di colori che non si trovano più, macchie dei colori usati  più spesso che hanno impregnato il legno, rimasugli di tentativi di miscuglio per creare una nuova sfumatura che ridesse colore alla loro vita, colori ad olio rinsecchiti  che nemmeno l'essenza di trementina rettificata potrebbero ridiluire, colori che non ci sono mai stati  ma che esse pretendono di aver visto nella loro vita e ti chiedono disperatamente di confermare che tu, anche tu, li stai vedendo sulla loro tavolozza, che non si sono inventate tutto, che non sono state usate o tradite, che hanno avuto un grande amore e che non è stato solo un bluff, perchè poi le cose non siano finite bene, bhè, sai, capita...questa è la cosa che mi da più pena, dover mentir loro su quell'argomento per portarmele a letto.
 Non  mi sento in colpa a mentire, ma eviterei di farlo se  quelle poi non ti si appiccicasssero : quando te ne vuoi liberare di solito ti scrivono almeno dieci messaggi su WhatsApp per spiegarti quanto io sia un cretino insensibile immaturo approfittatore. Vorrei far capire loro che non sono io la soluzione per salvarti la vita, per ridare colore alla tua vita, per togliere le macchie da un abito sbiadito e ingiallito: io ormai so di vivere una vita in bianco e nero, quindi vorrei scopare solo con le disilluse come me. Ma non le trovo, cribbio! Io seleziono e contatto solo ed esclusivamente donne che dichiarano  di non cercare il grande amore, né di voler subito e a tutti i costi iniziare una relazione, donne che asseriscono di darci il tempo per conoscerci: ma ci finisco a letto praticamente la prima o la seconda sera e non so nemmeno se  preferiscano i Led Zeppelin o i Pink Floyd, e subito sento che per loro il sesso ha già costituito un legame, che la costruzione di giornate a seguire potrebbe anche essere pensabile, concepibile, plausibile. 
Me ne concedo una al mese, come media: ci metto una settimana a selezionare le nuove proposte e trovo che, rispetto alla posta del cuore di francavaleriana memoria, ci sia davvero una maggioranza di donne.  Ne trovo sempre di nuove, oppure ripasso su alcune che avevo scartato per un particolare che già mi subodorava di appiccicaticcio e che hanno aggiustato, per così dire, il tiro e abbassato le pretese. Vuol dire che sono già nel territorio della disperazione, quindi puoi anche impegnarti meno per portartele a letto: sono così a digiuno di sguardi carezzevoli, gentilezze, complimenti, che non devo nemmeno sfoderare il mio repertorio più raffinato. Avevo iniziato con Meetic, poi siamo stati rimpinzati da Academic Singles, Our Time, Singles 50, Cupid, Solo avventure, Want matures, Charm date, Senza pudore, CDate, Badoo, Tinder, Facebook dating, Lovepedia, Lovoo... hanno riempito il centro commerciale del dating a dismisura, una pacchia!
Io nutro una particolare simpatia per le tardone sole: sono gentili, cercano di farsi belle, al fondo dei loro occhi c'è già la certezza della comprensione che non intraprenderò mai una relazione con loro ma, malinconicamente, ormai sono sedute al tavolino, hanno già ordinato un caffè macchiato, e il tornare a casa coll'ennesimo rifiuto, senza mai poi ben capirne il perchè, proprio non riescono a sopportarlo. Quindi, e qui sta il bello, decidono che ormai sono uscite di casa, ormai hanno speso i soldi per il parrucchiere e un accessorio nuovo (sia mai che porti fortuna), ormai cosa possono fare per tirarsi indietro? E per la loro misericordia, portano innanzi la serata. Hanno davanti un uomo belloccio, gentile, non volgare, sorridente, che dispensa qualche complimento senza esagerare (sennò si capisce che menti), che le sta ad ascoltare e interagisce, dando loro ragione su come hanno risolto le difficoltà incontrate nella vita, sia con il lavoro, o l'eredità di famiglia, o la scelta del tipo di studi da far fare ai loro bambini, o la casa da comprare quando andranno in pensione per lasciare quella di città ai figli, bla bla bla. 
Se ascolti e annuisci l'interlocutore ne ricava sempre l'idea che tu lo stia proprio capendo e che la pensi  uguale, non gli vagola nemmeno nel cervello che o tu ti stai annoiando o che non lo stai proprio ascoltando; per le donne questo si traduce in una similarità e affinità che le porta a pensare che, anche se hanno già capito che non vi erano da parte mia intenzioni di andare oltre quel one night stand - parole che non ho mai detto ma che, come spiegavo prima, vengono riflesse come la mia verità al fondo dei loro sguardi splenici e clementi - forse c'è una speranza che porterà ad un secondo appuntamento, la speranza che quel "abbiamo parlato così bene insieme" mi faccia rinunciare ad incontrare le altre donne  del catalogo, mi tolga ogni curiosità su chi può apparire la videata successiva e invece approfondire la conoscenza di una così eccezionale donna e per un pò provare a frequentarsi .
E io quella speranza la alimento perché quello che voglio portarle a pensare è: "Ecco, si capisce che da quest'uomo ci ricavo una serata scopereccia, però, adesso che ci siamo parlati, credo abbia capito che si trova davanti una che non è come tutte le altre. Ne avrà incontrate di più belle e magari più giovani di me, ma la testa che ho io, la mia particolarità, la mia essenza, la mia unicità, lo hanno già colpito. Questo magari non si farà sentire  subito domani o dopodomani, ma dopodomani l'altro sicuro: perché ripenserà a me , ne sono certa, e capirà che non sono come tutte le altre, che come me non se ne conoscono mica molte. Magari all'inizio potrà avere delle titubanze, me lo dicono sovente le amiche che faccio paura agli uomini per la mia sicurezza e la mia indipendenza, ma sono sicura che le cose che gli ho detto io non lo hanno lasciato indifferente e che si rifarà vivo, mi cercherà!"
Così si rilassano, cullandosi nella loro chimera romantica, si danno una possibilità e mettono, secondo loro, fuoco sul fuoco, accantonando finalmente l'immagine di donna sfigata che si fa dare una spolveratina e la sostituiscono con quella di una donna nuova, padrona della sua vita, libera di vivere la sua sessualità che finalmente è stata rivelata e io, il sottoscritto, bramerà certamente rivederla. In poche parole, con queste tardone io mi faccio delle gran belle e divertenti scopate, perché  ci mettono davvero un sacco di impegno e buona volontà per darti una doppia ragione di ritorno: abbiamo parlato bene insieme e siamo anche stati bene a letto insieme...quindi vedrai che prima o poi si rifà vivo.

"Schemi fissi e rigidi replicati all'infinito", collage

Ma io non mi sono mai fatto risentire proprio da nessuna, non si devono preoccupare di risentirmi, di conoscermi meglio, per poi essere il solito uomo che le ha deluse, ingannate, che era diverso all'inizio, che da me non se lo sarebbero mai aspettato, che se lo avessero saputo avrebbero subito cambiato strada. E io le capisco, eccome! Tengo caro il collage commemorativo delle mie cartoline sbiadite, che così sbiadite non sono, purtroppo: potessi non vedere più vividamente il suo profilo accanto al mio quando mi giro nel letto la mattina, potessi non ritrovarmi in tanti luoghi e non dovermi ricordare ogni volta che non ero da solo quando li frequentavo, potessi parlare di me stesso al passato con la prima persona singolare invece che la prima persona plurale, l'altra che era compresa nella mia prima persona plurale e che ora fa la prima persona plurale con qualche altra persona che una volta era singolare. Ma non sono affari miei. Chi crede ancora nell'amore ha il mio apprezzamento sincero, vanno elogiate le persone che fanno affidamento sulla ventura di imbattersi in un'attrazione che si solidifichi in una relazione stabile. Non riesco più ad immaginarmi una giornata normale con un altro essere accanto, dall'alzarmi dal letto al coricarmici: soprattutto la mattina quando allargo braccia e gambe per striracchiarmi e il cane balza sul letto festoso. Preferisco raccontarmi le cose a voce alta, parlando col cane che dondola la testolina tra il mio sguardo e la mia mano che afferrerà immantinente la sua ciotola e gliela riempirà di pappa. Un caffé in santa pace, un guinzaglio e un giretto e rieccoci a casa: il bagno non è occupato, nessuna radio accesa che gracchia o televisione che inizia a vomitare brutte notizie. Se sento il vuoto? Certo che sento il vuoto, ma non è certo una scassacazzi che mi occupa il bagno al mattino che mi farebbe sentire meno solo. Il  vuoto che si è creato più si svuota, più si  allarga:  e più s'allarga più è difficile da riempire. All'inizio, quando  mi trovai solo, il vuoto da riempire era grande come un vaso per una pianta di limoni: se fossi stato guardingo l'avrei subito riempito con altra terra e magari avrei cambiato pure pianta, dopo anni di limoni aspri. Invece mi  ostinai a rivolere indietro la mia prima persona plurale e intanto mi distrassi e non tenni d'occhio il vuoto: esso si allargava sempre di più e io mi distanziavo dal bordo di salvataggio. Come un Major Tom fluttuo ora nel mio vuoto cosmico, senza speranza di ritornare alla base e mai, per nessuna ragione, rientrare dallo spazio e  recuperare una corda di salvataggio: sono andato dietro una vocina sgrammaticata che mi prometteva nuovi approdi, nuovi sbocchi, nuovi traguardi. Dovevo restare dove ero, senza improvvisarmi novello Odisseo: io ora sono la mia Itaca disabitata, senza Proci e senza Penelope, senza Laerte e senza Telemaco. Non do permesso di sbarco a nessuno: possono attraccare le navi al porto, girare nel porto, ma qui su quest'isola non si stabilirà mai più nessuno, perché ho imparato ad amare il silenzio e la solitudine e non riesco a barattarla, nonostante il dolore e la tristezza, con la presenza di chicchessia purché ci sia. Ci vorrebbe una taumaturgia.

"La mia indipendenza, che è la mia forza,
implica la solitudine, che è la mia debolezza"
Pier Paolo Pasolini             


"Chasing sheep is best left to sheperds", collage



Quando mi sveglio la domenica mattina , se posso, faccio un giro in moto da Prato verso Pistoia. Se mi garba mangio dai miei genitori, Giacinto e Amaranta, con mia sorella Laconia ( la manìa dei miei genitori per l'Antica Grecia nel caso di mia sorella l'è diventata proprio una lepidezza)  , mio cognato  Paolo e miei nipoti: e quelle sì che son conversazioni che mi piacciono molto. Mi trovo bene da sempre in quei convivii e ora che posso li frequento con assiduità. Ma prima passo da casa a prendere Lampo, il mio compagno inseparabile ormai: è grazie a lui se non passo mai un giorno senza scambiare parola con altri esseri umani, perchè altrimenti, non dovessi portarlo giù e fargli fare le passeggiate, sarei ormai in grado di restare anche un intero fine settimana senza parlare con nessuno.

 

"La sacra dei santi gatti", collage


Ascoltando: J.S.Bach "Prelude and fugue in C, BWV531", by Kevin Bowyer
Mangiando: noodles.
Bevendo: una birra cruda non pastorizzata artigianale.
Indossando: pantalone afgano beige e una t-shirt bianca.
Sentendomi: rilassato davanti al mio pomeriggio di buen retiro.
Meteo: sono le 12:30 di una domenica  di fine primavera.
Volendo: esser esattamente dove sono.
Necessitando: di almeno altre due birrette fresche.
Pensando: cosa leggerò oggi pomeriggio.
Provo gioia nel: guardare il mio cane che sonnecchia e io che bevo birra.




















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