Paperino Surfista

lunedì 9 dicembre 2013

Il Re di Poggioreale - The King of Poggioreale, teca rammemorante - recollection display case

IL RE DI POGGIOREALE
THE KING OF POGGIOREALE
teca rammemorante
recollection display case




Giuseppe Navarra riportò a Napoli il Tesoro di San Gennaro e da allora fu soprannominato "Il Re di Poggioreale". I  gioielli del Tesoro di San Gennaro sono valutati più di quelli della Corona d'Inghilterra e quelli dello Zar di Russia. Le prime testimonianze della liquefazione del sangue risalgono al XIV° secolo.
Persino Napoleone, infatti, incline al saccheggio di opere d’arte, non osò profanare il Tesoro di San Gennaro, anzi, suggerì, nel 1808, al laicissimo cognato Gioacchino Murat, allora Re di Napoli, di donare al Santo un ostensorio, ancora oggi tra i più finemente decorati di tutta la collezione. Anche il Vaticano aveva, per alcuni anni, temporeggiato la restituzione del Tesoro quando, a causa della seconda guerra mondiale, era stato trasferito a Roma. Memorabile resta l’impresa del devotissimo boss Giuseppe Navarra, detto “ ’O Re di Poggioreale”, che, dopo il conflitto, nel 1947, corse i rischi del trasferimento del preziosissimo carico da Roma a Napoli. Alla fine del secondo conflitto mondiale nessuno osava accollarsi l'onore di trasportare un tesoro così prezioso per strade dissestate e infestate dai malviventi. Polizia e carabinieri non avevano uomini a sufficienza e le autorità civili ed ecclesiastiche non sapevano a chi rivolgersi. Si offrì allora volontario per l'operazione il signor Michele Navarra, detto Giuseppe, 49 anni ed ex palombaro. Egli partì per Roma a recuperare il tesoro con una strana compagnia dell'anello: il novantenne Principe Stefano Colonna di Paliano. Con una lettera autografa ritirarono in Vaticano il tesoro ed iniziarono un avventuroso viaggio di ritorno. Quando riconsegnarono il Tesoro alla città, il cardinale Alessi Ascalesi gli offrì una ricompensa e Navarra rifiutò il denaro chiedendogli solo di poter baciare il sacro anello e  di devolvere ai poveri della città il denaro che gli era stato offerto come ricompensa. Questo gesto contribuì ad accrescere la sua fama: era in realtà un personaggio equivoco che si era arricchito con traffici poco chiari prima a Marsiglia poi a Napoli.
(da www.simmenapulepaisa.com )


Giuseppe Navarra "Il Re di Poggioreale"

Giuseppe Navarra took the Treasure of San Gennaro back to Naples, and from then on he was nicknamed "The king of Poggioreale". The jewels of the Treasure of San Gennaro are valued more than those of the Crown of England and those of the Csar of Russia. The first evidence of the liquefaction of the saint's blood goes back to the 14th century: a miracle that occurs every year for the believers in Naples. San Gennaro is so important for the people of Naples that even Napoleon, prone to embezzle works of art, did not dare to profane the Treasure: in fact he suggested in 1808 to his in-law Gioacchino Murat, king of Naples, absolutely secular, to offer  the saint a holy monstrance, still among the most highly decorated of the whole collection. During the Second World War, the Treasure had to be transferred to Rome for some years and even the Vatican stalled for some years its return to Naples. Memorable remains the endavour  by Giuseppe Navarra, most devoted boss, called "The King of Poggioreale" (the area of Naples where he came from) who, after the war in 1947, ran the risk of transferring the precious cargo from Rome to Naples. At the end of the Second World War no one dared to take the honor of carrying a valuable treasure through devasteted roads infested by criminals. The police didn't have enough men and the civil and ecclesiastical authorities did not know where to turn. Then he volunteerd for the operation. Mister Michele Navarra, aka Giuseppe, 49 years old, former driver, left Naples towards Rome with a strange Fellowship of the Ring: the nonagerian Prince Stefano Colonna Paliano. With an autographed letter to the Vatican, he withdrew the Treasure and then began an adventurous trip back home. When the Treasure was finally handed back to the town, Cardinal Alessi Ascalesi offered him a reward, but Navarra refused the money, asking him only the privilege to kiss the sacred ring and asked his reward to be converted into a donation to the poors of the city. This fact helped to increase his fame: actually he was a shady character, who had become rich with shady trades, first in Marseille then in Naples.
(from www.simmenapulepaisa.com )



Questa teca è ispirata a Napoli, prendendo spunto da un episodio storico che ne esprime lo spirito ma che non può spiegare questa città così distante dalla mia.
This display case is inspired by Naples, taking the cue from an historical event that expresses its spirit but then is not suffcient to explain this town, so far from my own.

Amo Napoli perché mi ricorda New York, specialmente per i tanti travestiti e per i rifiuti per strada. Come New York è una città che cade a pezzi, e nonostante tutto la gente è felice come quella di New York.
I love Naples because it reminds me of New York, especially for the many transvestites and garbage on the streets. As New York, it is a city falling apart and, in spite of this, people are as happy as the ones in New York.
Andy Warhol





A Napoli ognuno vive in una inebriata dimenticanza di sé. Accade lo stesso anche per me. Mi riconosco appena e mi sembra di essere del tutto un altro uomo. Ieri pensavo: “O eri folle prima, o lo sei adesso”.
In Naples everyone lives in an intoxicated self-forgetfulness. The same happens to me, here. I can hardly recognise myself and it seems to me  I am another man. Yesterday I thought: "Either you were crazy before or you are crazy by now".
Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia, 1817



Courtesy of Michele Forneris, aunt Irma.

Collage e assemblage, oggettini in plastica, ramo di spine, in cornice di legno cm. 12x37x10, 2013
Collage and assemblage, little plastic objects, in wooden frame 12x37x10 cm., 2013

Tu vivi nel mondo di San Tommaso - You live in Saint Thomas' world,non teca rammemorante - recollection no display case

TU VIVI NEL MONDO DI SAN TOMMASO
YOU LIVE IN SAINT THOMAS'WORLD
non-teca rammemorante
recollection no-display case




(English below)


He's a real Nowhere Man, sitting in his Nowhere land, making all his Nowhere plans for nobody..."


"Nowhere man" è una canzone dei Beatles apparsa nell'album "Rubber Soul" del 1965; fu introdotta anche nel film "Yellow Submarine" quando il gruppo musicale incontra il personaggio di Jeremy Hillary Boop in Nowhere Land. L'uomo che non c'è da nessuna parte ricorda molto lo scemo sulla collina: elucubra piani per nessuno, non ha nè opinioni nè un punto di vista, ma è ciò che lo rende libero. E' ciò che lo separa da tutti ed al contempo lo rende uguale agli altri. Può darsi che Nowhere Man sia l'uomo prima del peccato originale? John Lennon disse che scrisse la canzone pensando a se stesso. Fu scritta dopo essersi scervellato per cinque ore, mentre cercava di comporre un'altra canzone per l'album "Rubber Soul". Lennon disse alla rivista Playboy : " Passai cinque ore quel mattino cercando di scrivere una canzone che non avesse nessun significato e fosse decente. Alla fine lasciai perdere e mi stesi un pò. Fu allora che arrivò "Nowhere man", sia la musica che il testo, tutto appena mi stesi."
"Nowhere man" is one of the Beatles' songs that appeared in the album "Rubber Soul" in 1965. The song appears in the film Yellow Submarine, where the Beatles sing it about the character Jeremy Hillary Boop after meeting him in the "nowhere land". The Nowhere Man is a lot like the Fool On The Hill. He is making all of these plans for no one, has no opinion or point of view, but that is what makes him free. It is what isolates him from everyone, and at the same time, makes him like everyone else.  Could it be that the nowhere man is Man before the original sin?
Lennon claimed that he wrote the song about himself. He wrote it after racking his brain in desperation for five hours, trying to come up with another song for Rubber Soul. Lennon told Playboy magazine:
"I'd spent five hours that morning trying to write a song that was meaningful and good, and I finally gave up and lay down. Then 'Nowhere Man' came, words and music, the whole damn thing as I lay down".


Peter Pan e l' Isola che non c'è - Peter Pan in Neverland



Peter Pan, personaggio creato da James Matthew Barrie nel 1904: non ha l'Ombra e vive sull'Isola che non c'è. Peter rifiuta la sua proiezione, le sue responsabilità, si sente libero, attraverso la sua immaginazione: coltiva eternamente il fanciullo che è in sè. La parabola di Peter Pan si tradurrà nel libro "Il tamburo di latta" (1959) di Gunter Grass: il protagonista, Oskar Matzerah, decide all'età di tre anni di non crescere più. Peter Pan è una delle chiavi di lettura di questa non-teca: osserva divertito e spensierato tutto dall'alto sulla sua Isola che non c'è sospesa nel nulla, incombente sopra l'effige di Carmelo Bene.
Peter Pan is a character created by Scottish novelist and playwright James Matthew Barrie in 1904. A mischievous boy who can fly and who never ages, Peter Pan spends his never-ending childhood having adventures on the small island of Neverland as the leader of his gang. Peter rejects his Shadow, his projection, his responsibilities; he feels free and through his imagination eternally nurtures his childhood. Peter Pan's metaphor will turn into Gunter Grass' "Tin drum" (1959): the main character, Oskar Matzerah, at the age of three decides he won't grow anymore. Peter Pan is one of the keys to the interpretation of this no-dislay case; he observes everything from on high, on his Neverland suspended into thin air, amused and carefree.




In questa teca  risiede un messaggio di negazione della realtà in favore di una realtà utopica, della fantasia, dell'immaginazione. E' una riflessione su cosa affermiamo che ci sia, su come lo definiamo. Potremmo dire che non esiste la Terra, che non esiste l'essere umano: come li definiamo, come li dimostriamo? Qual'è il fondamento logico dell'esistenza, come si può dimostrare che l'Essere c'è? Sostanzialmente manca ancora la verifica di un'ipotesi. Quasi tutta la nostra logica è il tentativo di formulare un'ipotesi sulla realtà, se un fenomeno è così come lo si descrive. Ad ora la tecnica è ciò che ci permette di avvalorare un'ipotesi, la tecnica asservita ai nostri scopi: costruire una casa, avere più cibo, modificare il corpo umano,...Nella "Critica della Ragion Pura" Kant afferma che il noumeno non si vede: noi della realtà osserviamo il fenomeno attraverso i sensi ed attraverso il pensiero. Cos'è la realtà non lo possiamo sapere. Ad esempio, i colori: noi esseri umani li vediamo così come li vediamo, ma non sappiamo se esistono o come li percepiscono i gatti, le mosche, i rettili. Il colore ha colore? Abbiamo un senso, la vista, un suo organo, gli occhi: ma potremmo anche avere un altro tipo di organo percettivo che ci porterebbe altre sensazioni. I nostri sensori sono gli occhi, le orecchie, la lingua, il naso, il tatto: ma i nostri sensori sono diversi da quelli delle altre specie e/o potremmo averne altri. L'essere umano può percepire la realtà solo in relazione ai suoi peculiari organi di senso.
Il pensiero è un sistema di comprensione della realtà basato su ipotesi: la realtà non ha nessun fondamento logico, ci sono solo ipotesi sulla realtà. Noi viviamo in un mondo puramente ipotetico: abbiamo oggetti che funzionano sulle nostre teorie e l'unica conferma che abbiamo è l'efficacia.
In this display case lies a message of the negotiation of reality in favour of a utopian one, of fantasy, of imagination. It's a reflection on what we claim to be, on how we define ourselves. We could claim there is no earth, no human beings, as we are used to define them and how we represent them. What is the ratio of existence, how can we prove that the Being is there? Basically, there is still no verification of what is just an hypotesis. Almost all of our logic is the attempt to formulate an hypotesis about reality, if a phenomenon is as we describe it. Now the technique is what allows us to validate an hypotesis; the technique subservient to our purposes: build a house, have more food, change the human body...In the "Critique of pure reason", Kant argues that you can't see the noumenon: we can only see the phenomenon of what we call reality through the senses and through the thought. What is the Reality we can not know. Take the colors, for instance: by assumption we define them and give them a name, but we can't be sure that they exist; we cannot know if animals perceive them, how they perceive them, if we know all the colors of reality, and so on...We have only five senses and through them we have a perception, and this perception is what we call reality. If we had others organs of perception our idea of reality would change, like if we had the sensors of other species, like the reptiles or the fish. Human beings can perceive reality only in relation to our peculiar sense organs. 
The thought is a system of understanding based on the assumption of what we call reality. We live in a hypotetical world: we have objects that work by our theories and the only confirmation we have is their effectiveness.


Un paradosso è un'affermazione, proposizione, tesi, opinione che, per il suo contenuto o per la forma in cui è espressa, appare contraria all’opinione comune o alla verosimiglianza e riesce perciò sorprendente o incredibile o bizzarra. 
A paradox is an assertion, a statement, a thesis, an opinion that, by its own content or by the way it is expressed, seems to be opposite to the common belief or to the verisemilitude, hence turning out to be amazing, or unbelievable, or odd.

assemblage, gesso, fermacarte in plastica, coniglietto in ceramica, Peter Pan Bullyland® n. 735615, fiori in stoffa, placchetta in metallo, in cornice di legno cm. , 2013
assemblage, chalk, plastic paper holder, pottery little rabbit, Peter Pan by Bullyland® n°. 735615, fabric flowers, metal plate, in wooden box cm., 2013

martedì 29 ottobre 2013

Bambini che giocano sulle rive dell'Infinito - Children Playing on the Banks of the Infinite, teca rammemorante - recollection display case

BAMBINI CHE GIOCANO SULLE RIVE DELL'INFINITO
CHILDREN PLAYING ON THE BANKS OF THE INFINITE
teca rammemorante
recollection display case


( English below)
Il titolo di quest'opera è tratto da un'intervista che l'artista italiano Claudio Parmiggiani rilasciò nel febbraio 2002 a Sylvain Amic: "Conosciamo il tempo meno di ogni altra cosa...siamo come bambini che giocano sulle rive dell'infinito." . Lo sfondo stesso della teca è l'immagine di un allestimento che l'artista realizzò nel 2008 al Collège des Bernardins a Parigi. Nelle opere di Parmiggiani vi è una mutazione poetica degli oggetti dal simbolismo violento: violento nel senso di capace di suscitare forti impressioni, di elargire associazioni in silenzio. Nel suo lavoro amo la valenza archetipa rivisitata dei suoi temi, che egli architettonicamente compone in modo ordinato. Il mio lavoro si può definire come un folk surrealism, un surrealismo popolare, essendo legato a quel principio di automatismo psichico menzionato da André Breton: pratico un’arte figurativa e non astratta, tramite un dialogo serrato tra gli oggetti, tra accostamenti inconsueti e deformazioni irreali.
L’approccio al surrealismo è stato diverso da artista ad artista, per le ovvie ragioni delle diversità personali di chi lo ha interpretato. Ma, in sostanza,  la tecnica surrealista si suddivide in due grosse categorie: quella degli accostamenti inconsueti e quella delle deformazioni irreali.
Gli accostamenti inconsueti sono stati spiegati da Max Ernst, pittore e scultore surrealista. Egli, partendo da una frase del poeta Comte de Lautréamont: «bello come l’incontro casuale di una macchina da cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio», spiegava che tale bellezza proveniva dall’«accoppiamento di due realtà in apparenza inconciliabili su un piano che in apparenza non è conveniente per esse».
Lavoro accostando oggetti e spazi tra loro apparentemente estranei per ricavarne una nuova semantica.
Questo procedimento ha come fine lo spostamento del senso: la dislocazione degli oggetti, che abitualmente siamo abituati a vedere in base al senso comune, in visioni che ci trasmettono l’idea di un diverso ordine della realtà.

The title of this work is taken from an interview that the Italian artist Claudio Parmeggiani granted in February 2002 to Sylvain Amic: "We know time less than anything else...we are like children playing on the banks of the infinite". The background of the display case is the image of an installation that the artist created in 2008 at the Collége des Bernardins in Paris. In the works by Parmiggiani there is a poetic mutation of the objects having a violent symbolism: violent in the sense that it is capable of arousing strong feelings, of bestowing associations in silence. In his installations I appreciate the archetypal significance revisited with his themes, which he composes architecturally in a tidy way. My work can be defined as a folk surrealism because it is related to the principle of psychic automatism mentioned by Andrè Breton: practical and not abstract figurative art, through a close dialogue between objects, including unusual combinations and  unreal distorsions. 
The approach to Surrealism was different from artist to artist for the obvious reason of the personal dissimilarities of those who interpreted it. But, in its essence, the technique of Surrealism can be split into in two main categories: that of unusual combinations and that of unreal deformations.
Max Ernst, a Surrealist painter and sculptor, thus explained unusual combinations, starting from a sentence by the poet Comte de Lautréamont: "beautiful as the unexpected encounter of a sewing machine and an umbrella on an operating table."; he stated that such beauty came from  "The coupling of two seemingly irreconcilable reality on a plan that is not apparently convenient for them."
I work combining objects and spaces seemingly unrelated to obtain  new semantics.
This procedure serves the purpose of  shifting the meaning: the displacement of the objects, that we are used to perceive on the basis of common sense, into visions that convey the idea of in a different order of reality.



In questo inconsueto ovile ci sono delle pecorelle. Si tratta del primo omaggio che voglio fare ad un quadro di Pelizza da Volpedo (1868-1907) "Lo specchio della vita" (GAM, Torino) il cui sottotitolo è. " e ciò che l'una fa, e le altre fanno". Questa frase è tratta dal Purgatorio di Dante Alighieri, canto III, versi 79-84:
"Come le pecorelle escon dal chiuso
a una, a due, a tre, e l'altre stanno timidette
atterrando l'occhio e 'l muso;
e ciò che fa la prima, e l'altre fanno,
addossandosi a lei, s'ella si arresta,
semplici e quiete, e lo 'mperchè non sanno"

Inside this unusual fold there are some sheep. It is the first homage to the painting by Pelizza da Volpedo (1868-1907) "The mirror of life" (GAM-Modern Art Gallery, Turin) , whose subtitle is: " and what one does, the others do". This sentence is taken from Dante's "Divine Comedy", in the Purgatory, canto III, verses79-84:

"As sheep come issuing forth from out the fold
By ones and twos and threes, and the others stand
Timidly, holding down their eyes and nostrils,
 And what the foremost does the others do,
Huddling themselves against her, if she stop,
Simple and quiet and the wherefore know not"

http://www.pellizza.it/Specchio%20della%20vita.jpg
Pelizza da Volpedo "Lo specchio della vita", 1898

Assemblage, plastica, verde Busch® 7359, Preiser® Sensenmann 29004, pecorelle di plastica, chiodo, in cornice di legno cm. 17x17x7, 2013
Assemblage, plastic, Busch® flowers "flocken" 7359, Preiser® Grim reaper 29004, plastic little sheep, spike, in wooden frame 17x17x7 cm., 2013


domenica 27 ottobre 2013

Emergenza dell'umanità profana - Profane humankind emergency, teca rammemorante - recollection display case

EMERGENZA DELL'UMANITA' PROFANA
 PROFANE HUMANKIND EMERGENCY
teca rammemorante
recollection display case


( English below)
Cieli magnifici presiedono al riconoscimento dei miei effetti personali.
Tutto ciò che è possibile ricondurre ad un ricordo, a cinque giorni di distanza. 164 corpi sono dentro un hangar, in attesa delle nuvole. Ci sono anche persone all'interno di questo relitto che naviga verso l'abisso. Vorrei poter essere nelle migliori condizioni per dirigermi verso l'uscita e inviare i carri funebri. Ricordo le persone come fotografie. Ricordo di non esser stata assistita con generosità, ricordo dolore e ustioni da urina stantia nel mio pannolone. Adesso non ha molta importanza, è solo un ricordo sgradevole. Non so dove sono arrivata ma ricordo chi si è voltato dall'altra parte e ha fatto finta di niente: ma ora non ha importanza se non sono arrivati da me. Ora mi trovo nella provincia e nell'epicentro nello stesso tempo: non era che una sensazione, ora mi sembra coerente. Ero stufa dei miei simili e li disprezzavo, un sentimento che ha radici lontane: all'inizio un germoglio, nato con molta difficoltà nella coltura di un'educazione cattolica prima e di sinistra poi, ma tenace a tal punto da diventare prima un fusto dalle buie radici e dalle prime fronde aggraziate poi un tronco asciutto dai rami grondanti foglie e frutti ad ogni stagione, concimato dall'umanità che mi veniva a tiro.
Extraordinary skies governing  the recognition of my belongings.
Everything that is possible to bring back to one single memory, after five days. 164 bodies are inside a hangar, waiting for the clouds. There are also people within this wreck sailing towards the abyss. I wish I could be in my best condition and be heading for the exit to send for the hearses. I remember people like photos. I remember not having been assisted with generosity, remember pain and stale, burning urine in my diaper. Now it does not really matter; it's just an unpleasant memory. I do not know where I am now, but I remember those who have turned away and pretended not to, though now it doesn't matter if they are not here. Now I find myself in the province and in the epicenter at the same time: it was but an impression; now it seems consistent. I was tired of my fellow men, and I despised them, a feeling that has deep roots: at the beginning a spear, born with a lot of difficulties out of the cultivation of a Catholic education first, and then the Left Party, but tenacious to the point of becoming a first stem made of dark roots and early graceful fronds, then a dry trunk with branches dripping leaves and fruits at every season, fertilized by the humanity that came within range.



Sono stata in luoghi sconosciuti senza avvisare alcuno che mi ci sarei avventurata e sono tornata indietro senza che nessuno si fosse accorto della mia assenza. Ho navigato su transatlantici e su zattere di fortuna, sempre approdando in un porto diverso e ivi ho sempre costruito una casa confortevole che ho poi abbandonato. Sono stata sulle vette del mondo e sono scesa di nuovo giù solo perchè ho provato paura della solitudine. Ho sempre avuto la sensazione che ogni atomo del mio corpo compiesse un'orbita a se stante. Mi hanno fatto domande sbagliate a cui ho risposto in modo apparentemente incoerente. Non so dire il perchè delle cose razionali che ho fatto ma posso spiegare benissimo quelle senza senso. Ho bevuto tanto di quel vino da riempirci una piscina olimpionica in cui nuotano come paperelle tutte le parole pronunciate nell'ebrezza e fumato tanto tabacco da farci il muro portante di un'ampia casa colonica. Ho amato un uomo, poi un ragazzo, poi molti ragazzi, poi due ragazzi, poi una donna, poi un uomo bambino, ma mai me stessa.

I've been to unfamiliar places without telling anyone that I'd ventured there, and I came back, and no one noticed my absence. I sailed on transatlantics and on rafts, always landing in different harbours, and there  I always built a comfortable home which I then abandoned. I've been on the summits of the world and then dropped down just because I was afraid of loneliness. I've always had the feeling that every atom of my body has an orbit of its own. They asked me the wrong questions to which I replied in a seemingly incoherent way. I can't tell you the reason for the rational things I did, but I can very well explain the meaningless ones. I drank so much wine as to fill an olympic-size swimming pool where all the words I've spoken in drink swim like inebriated ducks...and smoked so much tobacco as to build one bearing wall of a large farmhouse. I've loved a guy, then a man, then a boy, then several boys, then two boys, then a woman, then a man child,  but never myself.



Voglio portare con me dieci cose:
1)  svegliarsi al mattino prima dell'alba nel buio e nel silenzio che precedono la luce ed il fracasso della città
2) un gattino che si addormenta nel mio grembo facendo le fusa in un pomeriggio d'inverno in campagna
3) scendere dall'auto e camminare scalzi sulla sabbia fino a farsi lambire i piedi dalle onde del mare ogni volta che si rivede il mare all'inizio dell'estate
4) il profumo del pomodoro attaccato alla sua pianta nell'orto di mia nonnaquando avevo cinque anni
5) il suono delle campane la domenica mattina
6) quando non mi hai fatto sentire sola e mi hai regalato il momento più bello della mia vita: sono stata felice per una manciata di secondi della mia vita
7)  pensare a mia madre defunta e dirsi: "Ce l'ho fatta, sono arrivata fino qui, nonostante te"
8) Mozart, sempre
9) il gelo di un risveglio mattutino in Toscana nella campagna vicino ad Arezzo in autunno
10) distendermi sotto l'albero di Natale mentre in casa si diffonde il profumo di minestra ed indovinare quale luce intermittente si accenderà per prima.

I want to bing with me ten things:
1) to wake up before dawn in the darkness and the silence preceding the light and the noise of the town.
2) a sweet kitten falling asleep in my lap purring in a winter afternoon in the countryside.
3) get out of the car and walk barefoot on the sand until my feet are washed by the sea-waves, every first time I go to the sea in the early summer.
4) the scent of the tomato plant in my grandmother's garden  when I was five years old
5) the sound of the bells on a Sunday morning.
6) when you made me feel not alone and gave me the most beautiful moment in my life: I've been happy for a few seconds of my life
7) to think of my deceased mother and say: "I did it, I 've gotten up here, in spite of you".
8) Mozart, always
9) the chill of a morning wake in the country near Arezzo, in Tuscany, in Autumn.
10) to lie down under the Christmas tree, while in the scent of soup scents the house, and to guess which one of the intermittent little lights will blink first.

E ora posso prendere in bocca la canna di questa pistola, finalmente, e premere il grilletto.
And now at last I can take the barrel of this gun  in my mouth and pull the trigger.





La Glock17 è una pistola semiautomatica prodotta dall'azienda austriaca Glock a partire dal 1980.
La Glock 17, (chiamata così poiché si trattava del 17° brevetto per l'azienda) è stata realizzata per sostituire la Walther P38 in dotazione all' esercito austriaco; nata come pistola con cartucce 9mm. Parabellum, è stata in seguito prodotta in numerose varianti. In ambito cinematografico compare nei film: Matrix, V for Vengeance, Resident Evil, Hannibal,  Inception,  Red Dragon,  Mission Impossible 2,  Planet Terror.
The Glock17 is a semiautomatic handgun produced by the Austrian company Glock since 1980.
The Glock 17 (so called because it was the 17th patent) was made to replace the Walther P38 used by the Austrian Army; conceived as a handgun with Parabellum 9mm. cartridge, it was produced afterwards in several variations. It appeared in these movies: Matrix, V for Vengeance, Resident Evil, Hannibal,  Inception,  Red Dragon,  Mission Impossible 2,  Planet Terror.





Courtesy of: Michele Forneris, Gitana Scozzari

The box was assembled by Roberto Attanasi.

Assemblage, testa in terracotta di presepe napoletano, miniatura Betty Boop®, portacandela in metallo Tiger®, decorazione in legno per albero di Natale, miniatura di Glock17® in plastica,, garza in cotone, gesso, tempera, in cornice di legno cm. 32x32x7, 2013
Assemblage, terracotta head from a Neapolitan Nativity Sey, Betty Boop® miniature, Tiger® metal candleholder, Christmas tree wooden decoration, Glock17® plastic miniature, cotton dressing, plaster, tempera, in wooden frame 32x32x7 cm., 2013

domenica 6 ottobre 2013

Dio ha lasciato l'edificio - God has left the building, teca rammemorante - recollection display case

DIO HA LASCIATO L'EDIFICIO
GOD HAS LEFT THE BUILDING
teca rammemorante
recollection display case


Confinata in una cittadina di mare per tutta l'estate, in compagnia della tata, dopo pranzo, verso le due del pomeriggio, venivo costretta a fare un sonnellino pomeridiano. In camera da letto, con le persiane chiuse, si consumavano minuti interminabili inzuppati nella luce del sole che filtrava, arancione, nella stanza arredata con mobili marroni: il vetro smerigliato della porta posta davanti al mio lettino rappresentava la forma rettangolare di luce bianca lattiginosa assoluta verso l'esterno, in quel piccolo paese di pescatori. Non prendevo mai sonno.  Venivo informata in anticipo  sul fatto che il sonnellino pomeridiano non si poteva assolutamente evitare, e, durante quell'eternità solitaria post prandiale,  minacciata di astinenza dal gelato pomeridiano se avessi tentato di alzarmi o avessi fatto rumore, passavo i miei attimi nella penombra silenziosa. I miei due cuginetti si sdraiavano nel grande letto matrimoniale con la mia tata.  Tutti e tre cadevano addormentati come in letargo: io occupavo un lettino posto ai piedi del lettone e stringevo i denti, con gli occhi il più delle volte spalancati e talvolta socchiusi, sperando che quel tempo finisse presto. Questi esercizi di meditazione si sono susseguiti per molte estati, per tante ore: restavo sveglia, quasi immobile nell'afa estiva su quel lettino: il cuscino e il lenzuolino diventavano ben presto caldi e avevo imparato a muovermi poco per volta, spostandomi millimetralmente nel lettino per cercare ristoro. Captavo i pochi rumori che provenivano dall'esterno, conditi dal frinire delle cicale e dal rumore di qualche sporadico e fastidioso motorino. Percorrevo nella penombra i contorni legnosi del letto, dell'armadio, dei comodini e delle abat-jour: poi ritornavo con lo sguardo di bambina sul rettangolo di luce e iniziavo a fantasticare.

Confined at the seaside for the whole summer,  in company of the nanny, at about 2 pm after lunch, I was forced to take my afternoon nap. In the bedroom, with closed shutters, I would pass endless minutes by the orange beamlight of the sun seeping in a room stuffed with  wooden dark furniture: in front of my little bed,  the door frosted glass created the rectangular shape of the outside milky absolute white light  in that little fishermen village. I could never faal asleep. I had been well instructed on the impossibility of avoiding that important "siesta" nap and, during those lonely timeless afternoons, threatened by the consequent  punishment ( that was simply the denial of the afternoon icecream)  if I eventually  dared to get out of the room or make some noise, I used to spend my endless instants in a silent half light. My two little cousins slept in the big queen size bed with the nanny,  drifting off barely two seconds after touching the pillow: I had a little bed at the feet of the large one, and I lied there with eyes alternatively wide open or half closed, hoping that siesta time would end soon. Those "meditation" exercises came in succession one summer after another, for many years, for many hours: I was awake, nearly motionless in that summery muggy weather, lying in that little bed: the pillow and also the little sheet would soon become boiling hot and so I had learned to move little by little in the narrow bed, trying to find refreshment. I picked up few noises coming from the outside, spiced by the cicadas' songs and some lonely isolated moped in the distance. In the half light my eyes wuld wander to  the surfaces of the wooden bed, the closet, of the bedside tables and  the turned off lamp: then I would stare again at the door's white light glass rectangle and started daydreaming.


Immaginavo che dietro la porta della camera da letto ci fossero dei passanti o delle figure che si fermavano a parlare appena dietro la maniglia, oppure, decidevo quale animale si sarebbe potuto mettere a guardia del mio non- sonno: un enorme orso bruno, un gentile drago verde, un elefante azzurro con fiori al collo, ma... non pensavo mai al mio cane, Lola, in campagna da mia nonna, perchè già così morivo di nostalgia. Ero talmente in ostaggio di quella situazione imposta ed ero una bimba talmente obbediente che non provavo nemmeno a sgattaiolare fuori dalla stanza: gli altri tre esseri umani addormentati risvegliavano il mio interesse solo quando captavo suoni che potessero indicarmi il loro possibile ed agognato risveglio, che avrebbe rappresentato la mia liberazione da quella gogna lettereccia. Fuori c'erano il mare, il sole, la spiaggia...ed io ero prigioniera del loro ristoro pomeridiano, in balìa del loro riposino, incatenata alle mie piccole fantasie.
L'arte della contemplazione ha avuto per me un apprendistato durissimo, solo adesso gratificante. Non ho mai pianto in quei distanti pomeriggi, perchè era inutile piangere in silenzio da piccoli, ma nutrivo un senso di solitudine amplificata dalla penombra e dal silenzio quasi assoluto.

I used to imagine that behind the bedroom door there were  people passing by, or human shapes standing behind the doorhandle just talking; otherwise, I would decide which animal could be my personal sleep guardian: a huge brown bear, a gentle green dragon, a light blue elephant with a flowers necklace, but...I never ever thought it could be my beloved dog, Lola, who was living in the countryside at my grandmother's big house, because this would have killed me with homesickness. I was so totally hostage of that situation, under restraint, and I was an incredible obedient little girl at the point that I didn't even think about slipping out the room: the other three sleeping human beings held my interest only when little noises, possibly signs of an awakening, could represent my relief from the bed pillory. The immense sea, the sun, the beach... were on the outside, and I was the little prisoner of their "siesta", at the mercy of their sleep, enchained to my little fantasies.
The art of contemplation has been for me a very hard apprenticeship, only nowadays pleasing. I have never cried during those distant afternoons, because when you are a child it is useless to cry in silence, but I felt a sense of amplifyed loneliness.



La quantità di oggetti che produciamo è incontrollabile, irrefrenabile, inqualificabile, innumerevole, irragionevole, iatrogena, inutile, incomprensibile, inquinante. Ogni oggetto, preso singolarmente, può avere un senso per un momento, un giorno, per una persona: può essere giustificato dal fatto che per produrlo si è dato sostentamento all'operaio della fabbrica che lo ha prodotto ma tirar le somme è impossibile. Questo meccanismo fuori controllo è una pandemia inarrestabile. Di oggetti, di plastica, di esseri viventi.
The number of objects that we churn out is uncontrollable, overwhelming, unspeakable, countless, unreasonable, iatrogenic, worthless, unintelligible, polluting. Every object, singularly considered, makes sense for a moment, for one day, for a single person: it can be justified by the fact that its production gives work to the factory worker, but it's impossible to take stock of this overproduction. This out of control machinery is an inexorable pandemia. Made of objects, made of plastic, made of human beings.




 Una folla non pensa. Non sa quello che fa.
 The mob doesn't think. It has no mind of its own.
"Fury", Fritz Lang, 1936


 


 


Assemblage, maschera facciale per anestesia in gomma nera antistatica Harol® n. 4, miniature Kinder®, in teca di plexiglass cm. 20x20x25,  2013
Assemblage, black rubber anesthesia non static facial mask Harol® n°.4, Kinder® mimiatures, in plexiglass box 20x20x25 cm., 2013













venerdì 28 giugno 2013

ENOteca - ludoteca, playful case

ENOteca
ludoteca
playful case


 (English below)
Questa art box rientra nelle ludoteche, ossia quelle teche create per un'occasione o una persona in particolare: in questo caso è una dedica alle serate passate in compagnia di cari amici tra argomenti seri, chiacchiere e ciarle, aggrottamento di ciglia e risate spensierate. 
Ricorda le fredde serate invernali seduti in poltrona fumando la pipa sorseggiando vino rosso sincero, freschi tramonti estivi tra le foglie accompagnati da parole sfiorate dalle bollicine di un fresco spumantino.
Raffinatezza e cultura sono presenti nella teca (il gentiluomo in primo piano, le letture, la scelta dei vini) e vanno a braccetto col più prosaico pane salame e bicchiere di vino. Il pane rappresenta proprio questo circolo di completezza e condivisione: proviene dalla Terra quando il seme è cresciuto sino a divenire spiga, la farina che se ne ricava viene mescolata all'Acqua e poi lasciata lievitare all'Aria, infine si trasforma grazie al suo accogliere il calore del Fuoco. La condivisione del panem, ciò di cui ci si ciba, con gli amici : il convivio.
This art box belongs to the playful cases series, that is to say those display cases especially created on a special occasion or for a particular person: this one is dedicated to those evenings spent with beloved friends  when the talk wanders on serious matters, chatter and chitchat, frowns and cheerful laughs.
It reminds me of cold winter evenings spent sitting in an armchair, smoking the pipe while sipping sincere red wine; of breezy summer sunsets in the garden, in the company of words that are lightly touched by a fresh white wine's bubbles.
Refinement and culture are present in this playful case (the gentleman in the front, the books, the choice of wines) and go hand in hand with the more prosaic bread, sausage and glass of wine. The bread is the symbol of this plenitude circle of sharing: it comes from the Earth where the seed grew and became an ear of wheat, the flour is melt with Water and then rises in open Air, and in the end it turns into bread thanks to the power of Fire. This is the sharing of the bread, feeding the others sharing our meal, eating with our friends: the convivio.


L 'etimologia è evidente: 'convivio' da cum vivere, vivere insieme. Nel modo più semplice e immediato la parola propone un'identità fra l'atto del mangiare e quello del vivere. E, veramente, poiché il cibo è la sostanza della vita, ciò che la rende materialmente possibile, esso si presta più e meglio di ogni altra cosa ad essere assunto come metafora dell'esistenza. I due livelli - il materiale e il metaforico - s'intrecciano in modo inestricabile. I due termini dell'equazione - il cibo e la vita - si confondono l'uno con l'altro.
The etymology of the word convivio (meal ) is cum vivere, Latin, live together. In this easy and effective way the word proposes the identity between the act of eating and the act of living. Because food is the substance of life, what makes materially possible, tangible, it is the best metaphor of living. The two levels - the material and the metaphorical one - intertwine inextricabily. The two equation terms - food and life - blur together.



Collage e assemblage, miniature in resina, statuina in terracotta, miniatura Preiser® n. 141, in cornice di legno cm. 18x18x7, 2013
Collage and assemblage, resin miniatures, clay pipe cat little statue, Preiser® miniature n. 141, in wooden frame 18x18x7 cm., 2013


martedì 28 maggio 2013

I thought you were mine, teca rammemorante - recollection display case

I THOUGHT YOU WERE MINE

serie: L'insostenibile leggerezza dell'essere
series: The unbearable lightness of being



Pensavo tu mi appartenessi.
Pensavo tu fossi mio.
Pensavo tu fossi mia.



La teca in legno è stata realizzata da / The wooden box has been realised by: Roberto Attanasi.





Courtesy of Iole Comoglio.

Assemblage,calcografie,resistenza, miniature Preiser® "Sitzende Personen" 10021, in cornice di legno cm. 25x25x9, 2013
Assemblage, calcografia, electric wire, Preiser® miniatures "Seated persons" 10021, in wooden frame 25x25x9 cm., 2013


Sogna di me - Dream about me

SOGNA DI ME
DREAM ABOUT ME

serie: L'insostenibile leggerezza dell'essere
series: The unbearable lightness of being


I sogni sono una successione di immagini, idee, emozioni e sensazioni che attraversano involontariamente la mente durante alcune fasi del sonno. I contenuti ed il significato dei sogni non è ancora stato compreso appieno, sebbene siano stati l'argomento di molte speculazioni scientifiche, e altrettanto il soggetto di interessi filosofici e religiosi sin da tempo remoto. La scienza che studia i sogni è chiamata onirologia. Gli scienziati sostengono che, oltre al genere umano, anche gli uccelli e altri mammiferi sognino.
Dreams are successions of images, ideas, emotions, and sensations that occur involuntarily in the mind during certain stages of sleep. The content and purpose of dreams are not definitively understood, though they have been a topic of scientific speculation, as well as a subject of philosophical and religious interest, throughout recorded history. The scientific study of dreams is called oneirology. Scientists believe that, in addition to humans, birds and other mammals also dream.


You have to have a dream so you can get up in the morning.
Billy Wilder


It is not true that people stop pursuing dreams because they grow old, they grow old because they stop pursuing dreams.
Gabriel Garcia Marquez

 



La teca in legno è stata realizzata da / The wooden box has been realised by:  Roberto Attanasi.


Assemblage,letterine di plastica, miniatura Noch® HO15959 "Leichte Damen", miniatura Preiser® 20258 "Clowns", miniatura Preiser® 8802, miniatura Noch® HO15861 "Stationen der Liebe", miniatura Preiser® 4050, miniatura Noch® HO15575 "Lesende", flaconcini di vetro, goccia in vetro di lampadario, in cornice di legno cm. 26x26x3, 2013

Assemblage, plastic little letters, Noch® miniature HO15959 "Ladies of the Night", Preiser® miniature 20258 "Clowns", Preiser® miniature 8802, Noch® miniature HO15861 "Love story", Preiser® miniature 4050, Noch® miniature HO15575 "People reading", glass little jars, chandelier goutte, in wooden frame 26x26x9 cm., 2013




Consolami - Do comfort me, teca rammemorante - recollection display case

CONSOLAMI
 DO COMFORT ME 

serie: L'insostenibile leggerezza dell'essere
series: The unbearable lightness of being




 Consolami.
Do comfort me.



 Prendimi fra le braccia e iniziamo a girare.
Do take me in your arms and we will begin to twist.



 Fammi ballare.
Do dance with me.



La teca in legno è stata realizzata da /The wooden box has been realised by: Roberto Attanasi.




Assemblage,strobosfere in miniatura, fil di ferro, miniature Preiser® "Tanzpaare" 10120, in cornice di legno cm. 25x25x9, 2013
Assemblage, miniature discoball, iron wire, Preiser® miniature "Dancing couples" 10120, in wooden frame 25x25x9 cm., 2013



venerdì 24 maggio 2013

Mi ricordo di te - I do remember you, teca rammemorante - recollection display case

MI RICORDO DI TE
I DO REMEMBER YOU

serie: L'insostenibile leggerezza dell'essere
series: The unbearable lightness of being



Mi ricordo di te perchè talvolta mi salti in mente.
I do remember you because sometimes you come to mind.


Mi ricordo di te seguendo il filo della memoria.
I do remember you following my thread of memories.



La teca in legno è stata realizzata da / The wooden box has been realised by: Roberto Attanasi.





Assemblage, filo di cotone, gesso, colorante per alimenti, miniature Preiser® "Zirkusdirektor" 20254, in cornice di legno cm. 25x25x9, 2013
Assemblage, cotton thread, food colouring, Preiser® miniatures "Circus director" 20254, in wooden frame 25x25x9 cm., 2013

domenica 5 maggio 2013

Adesso!, tu penserai a me - Right now!, start thinking about me , teca rammemorante - recollection display case

ADESSO!,tu penserai a me
RIGHT NOW!, start thinking about me 

serie: L'insostenibile leggerezza dell'essere
series: The unbearable lightness of being



 Io lo so che penserai a me, all'improvviso.
I'm certain of that: you will think about me, suddendly.



Nel bel mezzo dei tuoi pensieri, tu penserai a me.
In the midst or your thoughts, you will start thinking about me.




Ed io ti verrò in mente.
And I will come to your mind.



La teca in legno è stata realizzata da /the wooden box has been realised by:  Roberto Attanasi.


Assemblage, miniature Preiser® 74090, angioletto in ceramica, verde Busch® 7359, pennarello nero, pennarello rosso, fiorellini in plastica, goccia di plastica, in cornice di legno cm. 27x27x9, 2013
Assemblage, Preiser® miniaturefiguren 74090, ceramic little angel"putto", Busch® flowers "flocken" 7359, black and red marker, plastic little flowers, plastic Xmas drop, in wooden frame 27x27x9 cm., 2013