FRATTALI
FRACTALS
teca haiku
haiku display case
( English below)
Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella
sua struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non
cambia aspetto anche se visto con una lente d'ingrandimento. Questa
caratteristica è spesso chiamata auto similarità. Il termine frattale
venne coniato nel 1975 da Benoît Mandelbrot, e deriva dal latino fractus
(rotto, spezzato), così come il termine frazione; infatti le immagini
frattali sono considerate dalla matematica oggetti di dimensione
frazionaria. Il frattale è un pattern infinito. Si creano ripetendo un semplice processo all'infinito, in un loop di feedback. Queste figure ricorrono, i frattali sono immagini di un sistema dinamico - l'immagine del Caos.
A fractal is a never-ending pattern. Fractals are infinitely complex
patterns that are self-similar across different scales. They are created
by repeating a simple process over and over in an ongoing feedback
loop. Driven by recursion, fractals are images of dynamic systems - the
pictures of Chaos. Geometrically, they exist in between our familiar
dimensions. Fractal patterns are extremely familiar, since nature is
full of fractals. For instance: trees, rivers, coastlines, mountains,
clouds, seashells, hurricanes, etc. Abstract fractals - such as the
Mandelbrot Set - can be generated by a computer calculating a simple
equation over and over.
Nella letteratura giapponese, gli Haiku rappresentano una parte molto
importante e caratteristica dell'essenza più profonda della cultura
nipponica.La condizione alla base di questo tipo di poesia è la
convinzione dell'inadeguatezza del linguaggio, rispetto al compito di
testimoniare la verità. C'è molta cultura Zen alla base
della poesia Haiku, il cui intento è quello di far tornare il linguaggio
alla sua essenza pura, ovvero alla sua nudità. Nessuna manifestazione del reale, neppure la più semplice, è
indegna di essere trattata dai Maestri di Haiku: in ogni cosa è
l'energia vitale a svelarsi alla mente, se questa è scevra da schemi
e pregiudizi, dalle proprie abitudini e dai limiti del razionale. E poiché
l'energia vitale è movimento, anche l'Haiku, seppure nella sua
semplicità, dovrà permettere a questo movimento di esprimersi,
attraverso le sillabe, e di esprimere a sua volta la comunione, l'esigenza
dell'uomo di essere tuttuno con la natura. Anche se veicolo di questa comunione, l'Haiku, però, non diventa
mai semplice descrizione realistica, ma và sempre interpretato
come testimonianza di una visione che va appunto oltre gli schemi di cui
sopra.
Esistono almeno due modi di scrivere Haiku che danno vita a due stili diversi.Il primo stile è caratterizzato dal fatto che uno dei tre versi (normalmente il primo) introduce un argomento che viene ampliato e concluso negli altri due versi.Il secondo stile produce Haiku che trattano due argomenti diversi messi fra loro in opposizione o in armonia. Questo secondo stile può attuarsi con due modalità: il primo verso introduce un argomento, il secondo verso lo amplia e lo approfondisce, il terzo verso produce un'opposizione di contenuto, un capovolgimento semantico che in qualche modo ha però relazione con il primo argomento. Questo sbalzo semantico può anche essere sottilissimo.Ma potrebbe anche essere che il primo verso introduce un argomento, e sono i due versi successivi che introducendo un nuovo argomento lo mettono in relazione con l'argomento trattato nel primo verso (in opposizione o in armonia).
Basho, uno dei massimi poeti di Haiku, dopo aver letto una composizione del discepolo Kikaku, gli disse: "Hai la debolezza di voler stupire. Cerchi versi splendidi per cose lontane; dovresti trovarli per cose che ti sono vicine".
Nelle poesie di Basho l'intera natura è chiamata ad esprimersi: l'acqua, le rocce, i fiori, il sole, le nuvole e le stelle, gli animali, le piante, il mare e il vento e insieme a tutto ciò, il dolore e la gioia dell'uomo. Tutto è Kami, divinità, e al cospetto del divino il poeta si colloca, anima e corpo in un'unità inscindibile, nella condizione estatica della contemplazione.
L'Haiku è nato in Giappone nel XVII secolo.
Deriva dal Tanka, componimento poetico di trentun sillabe.
Si scrivevano poesie Tanka già nel IV secolo. Il Tanka è formato da cinque versi con una quantità precisa di sillabe per ogni verso: il primo verso contiene cinque sillabe, il secondo sette sillabe, il terzo cinque sillabe, il quarto sette sillabe, il quinto sette sillabe. Eliminando gli ultimi due versi si è formato l'Haiku.
La prima antologia di poesia giapponese intitolata "Manyoshu" risale all' VIII secolo; comprende 20 volumi con 4.500 poesie in diverso stile.
In Giappone si calcola che più di dieci milioni di persone si diletta a scrivere Haiku. Ci sono attivissimi gruppi di poeti (chiamati Haijin) che si riuniscono per parlare di Haiku. Tutte le maggiori riviste e quotidiani giapponesi hanno una rubrica dedicata agli Haiku.
a thought
in a livid rainy
winter morning "
( Enrica Borla )
Haiku is an unrhymed, syllabic form adapted from the Japanese: three
lines of 5, 7 and 5 syllables. Because it is so brief, a haiku is
necessarily imagistic, concrete and pithy, juxtaposing two images in a
very few words to create a single crystalline idea. The juxtaposed
elements are linked in Japanese by a kireji, or “cutting
word”—poets writing haiku in English or other Western languages often
use a dash or an ellipsis to indicate the break or cut between the
linked images.
Haiku poems first appeared in Japan 700 years ago, but the form did
not migrate into Western poetry until the 19th century, after Japan’s
harbors were opened to European and American trade and travel, when
several anthologies of haiku were translated into English and French. In
the early years of the 20th century the Imagist poets
adopted the form as an ideal poem, writing what they called “hokku” in
the three-line 5-7-5 pattern. Mid-century Beat poets like Jack Kerouac
and Gary Snyder were also enamored of the haiku form, and it has
flourished in contemporary poetry, particularly American poetry.
Because the form has been brought into English from a language
written in characters, in which a haiku appears on a single line, many
poets writing haiku in English are flexible about the syllable and line
counts, focusing more on the brevity, condensed form and “Zen” attitude
of haiku. Traditional Japanese haiku requires a seasonal reference, or kigo,
drawn from a defined list of words pertaining to the natural world. The
related short form of senryu is distinguished from haiku as being
concerned with “human nature” or social and personal relationships.
Assemblage, gesso, calcografia, tempera, matita, in cornice di legno cm. 27x27x7, 2013
Assemblage, chalk, calcografia, temper, pencil, in wooden frame 27x27x7 cm. ,2013
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