Paperino Surfista

venerdì 1 aprile 2011

Nessuno lo fa meglio- Nobody does it better, teca rammemorante - recollection display case

NESSUNO LO FA MEGLIO

NOBODY DOES IT BETTER
teca rammemorante
recollection display case


La violenta carica espressionista di Bacon serve per sottolineare la violenza con cui il catechismo forgia le menti. Già Velàsquez rese un ritratto oscuro, sorgente dal conformismo del colore, di Innocenzo X: innocente di cosa in quei tempi oscuri come gli odierni? Bacon lo liquefà nell'oscurità nel momento in cui viene ghermito dalle fiamme dell'inferno, richiamando la forma del quarto di bue di Rembrandt. Il tulle è la grata attraverso cui, nel confessionale, rendiamo conto delle nostre colpe: chi c'è dietro la grata? La cosa più importante è la scimmietta che "non parla". Tacere, censurare, nascondere, occultare, recensire, omettere: ma intanto quegli insegnamenti si sono cristallizzato nell'anima, costituiscono il fondamento della mia morale.

Francis Bacon "Studio di ritratto di Innocenzo X" 1953
Diego Rodriguez de Silvay Velàsquez, "Ritratto di Innocenzo X", 1650
Francis Bacon's violent expressive charge is used to underline the violence with whom the catechism moulds minds. Velàsquez already gave to us an obscure portrait, coming out from the conformity of the colour, of Innocenzo X, the Pope: innocent of what, nowadays as in that ancient obscure times? Bacon liquefies him in the darkness, at themoment in which he's seized by the flames of Hell, recalling Rembrandt's beef. The tulle cloth is the grid by which, in the confessional, we declare our sins: who stares behind the grid? The most important symbol is the little monkey that "does not speak". To keep silent about, to censor, to hide, to conceal, to review, to omit: meanwhile those teachings are crystallized in the soul, being my moral's foundation.


Rembrandt Harmenszoon Van Rijn "Bue macellato" 1655
Andai a scuola dalle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, per quasi dieci anni, compreso il doposcuola. Questo implicava, oltre alla sicurezza che dava alla mia famiglia, recarsi a messa una volta alla settimana, cantare e confessarsi. Da un certo momento in poi potei confessarmi.
 L'austero confessionale si trovava in una navata laterale della chiesa, costruita nel 1866 in stile neo romanico dal Beato fondatore. Silenzio e bisbigli, con fasci di luce pomeridiana che entravano lateralmente dal lato dei giardini attraverso le vetrate colorate in cui galleggiava il pulviscolo che odorava di cera d'api utilizzata per lucidare i banchi di legno. Ogni tanto giungevano all'interno i rintocchi della campana, da quel campanile che è il terzo edificio più alto della mia città e che dicono oscilli quando il vento è forte.
Le sorelle ci facevano entrare in chiesa a piccoli gruppi e noi bambine ci inginocchiavamo , incrovamo le manine e chiudevamo gli occhi chinando il capo poichè avremmo di lì a poco confessato i nostri peccati e necessitavamo di concentrazione e meditazione, in atteggiamento di umiltà. Io non sapevo mai cosa dire, non avevo in mente esattamente il significato di "peccato": passavo quindi il tempo a inventare peccati e sforzarmi di considerare un peccato da confessare qualsiasi stupidaggine infantile.
 Ero da piccola un individuo solitario, non dispettoso, amante degli animali, con una certa voracità che però non era mai ostacolata dai miei famigliari, non facevo dispetti, non amavo gli scherzi cattivi, non rubavo una matita colorata alla compagna di banco nè una bambola se giocavo con qualcun altra: si inizia così ad inventare frottole e trovarle la cosa più naturale, piccole innocue bugie per cavarsela, per non fare scena muta davanti al confessore. Io una volta ci provai a dirgli la verità, gli dissi che non avevo peccato: mi fu risposto che ciò era impossibile, almeno perchè tutti nasciamo con la macchia del peccato originale. Poi mi chiese se soffrissi mai per le pene che si addossò Gesù Cristo e quando risposi con sincerità mi venne detto che non ero una buona cristiana e che era un peccato ben più grave, poichè Dio aveva sacrificato suo figlio anche per la mia salvezza. Ma da cosa o chi dovevo essere salvata?

I grew up by the Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio Our Suffrage Lady's Minimum Nuns,  for almost ten year, also attending the post school. This meant, a part for the sense of protection that was given to my family, that you had to go to mass once a week, sing in the church choir and to confess. After I was 7 years old I was admitted to the holy confession.
The severe confessional was placed in a lateral church aisle, that was built in 1866 in neo Romanesque style by the Blessed Founding father. Silence and whispers, with afternoon's light beams penetrating by the sided gardens through the coluored stained glass windows where the dust had bees wax smelling . This product was used to wax the wooden pews. Sometimes the tolls hitted the church's interior, coming from that bell tower that is known to be the third highest building of my native town. They also use to say that it swings when the wind is very powerful.
The nuns let us enter the church in small groups and we, female children, had to kneel down, keeping our fingers crossed and our eyes  closed, bowing our heads because, in a few minutes, we were supposed to confess our sins so we were in need of concentration and meditation time, with a humbleness attitude. I did not knew what to say, I did not understood what exactly the meaning of "sin" was: thus I usually spent my time making it all up, forcing myself to consider as a sin every childish trifle.
I was a lonely child, I wasn't a naughty girl, I've always loved animals, I was a voracious one not obstucted by my parents, I didn't play tricks to anyone, I didn't like bad jokes, I've never stealed a coluored pencil to my classmate, neithwer a doll when I was playing with a playmate: so I've started to fib and think this was the most natural thing to do to survive, little innocent lies to be rescued, not to be silent in front of the confessor. Once I tried to tell him the truth, I tried to tell him I had no sins to confess: the priest answered  me that this was impossible, because we are all born in the original sin, at least! Then he asked me if I ever suffered the sorrows that our Lord Jesus had suffered for us: I told him the truth and so he told me that I wasn't a good Christian and that I was even a worst sinner, because God had sacrified his son also for my salvation. But from what or who I was supposed to be saved from?

non parlo - I don't speak

Quando, dopo minuti in ginocchio, arrivava il mio turno, mi alzavo brevemente e tornavo ad inginocchiarmi a lato del confessionale. La grata era di ottone bucherellato ed i buchi erano disposti a forma di croce. Al di là c'era un uomo di una certa età, con voce monotona, che però io non potevo vedere: ascoltavo la sua voce dal tono virile, sentivo il suo respiro pesante, annusavo il suo odore, capivo dallo scricchiolio del legno quando si spostava, ma non potevo vederlo. Lui invece poteva vedermi, tanto che ogni volta che giravo il capo distratta da un rumore nella navata mi redarguiva e mi diceva di chinare di nuovo il capo in atto di sottomissione a Dio. Se proprio non era soddisfatto delle stupidaggini che mi ero inventata apposta per lui mi suggeriva peccati: "Hai mancato di rispetto alla mamma?", "Volevi il portapenne della tua compagna di classe?", "Ti sei distratta durante l'ultima messa?", e così via, finchè qualcosa non veniva fuori e, che io ricordi, non mi sono mai alzata dalla confessione senza dover fare ammenda e penitenza, senza dover dire delle preghiere affinchè Dio non mi assolvesse dai miei peccati da bambina.

When, after several minutes on my knees, my turn came, I stood up for a while and then I kneeled again by the confessional. The grid was brass made, drilled, and the holes were cross arranged. Beyond the openings seated an aged man,  whom I wasn't able to see, with a dull voice: I listened to his masculine timbre, I was capable to feel his heavy breath, to smell his scent, I perceived his moves by the creak of the wooden seat, but I couldn't look at him. Instead, he was perfectly in the position to keep an eye on me, so much that every time I was turning my head distracted by a sound in the aisle, he reproached me and prescribed me to bow my head again as an act of submission to God. If he was not satiated by the poppycocks I was inventing for his satisfaction, he was the first to suggest a few sins: "Did you show disrespect towards your mother?", "Did you desire your classmate pencil case?", "Did you divert your attention during the last mass?", and so on, until something came out and, as far as I can remember, I had never stood up without making amend and doing penances, without praying for  God to absolve me from my terrible childish sins.


Francis Bacon "Head - Studio dal ritratto di Innocenzo X di Velàzquez, 1605" 1953
 
Mi chiedo tuttora cosa mi resti di quell'allenamento agonistico alla colpevolezza, mi chiedo tuttora perchè quel Dio ambisca a fare il giudice di gara, il castigamatti, e ho creduto a lungo che la chiesa cattolica avesse l'esclusiva di Dio. Ma nel mio animo alcuni automatismi si sono incastonati per sempre.
Ho sempre dei brividi quando ricordo le parole del rituale dell'eucaristia, passione e morte: mangiare la sua carne e bere il suo sangue. Un giorno in gran segreto provai a masticare l'ostia, temendo che avrei sentito il sapore del sangue nella mia bocca: avevo nove anni. E quando iniziai a crescere osservavo con attenzione morbosa il corpo sul crocefisso: lo scavo delle clavicole, le gocce di sangue su un viso ceruleo, quei piedi lunghi e bianchi fermati da un solo chiodo, la cresta iliaca dei lombi coperti da un panno che tende a scivolare giù, gli occhi socchiusi nel dolore dell'agonia. Quello stesso corpo magro accasciato senza vita tra le braccia di una donna dalle guance rosee e tornite, avvolta in morbidi panni e circondata da un mantello caldo: lo Stabat Mater che era posto in una nicchia della chiesa.

Nowadays I often ask to myself wat remains of that agonistic training to guilt, now I ask myself what kind of God aspires to be the sport judge, the martinet, and I've supposed for a long time  that the Catholic Church had the sole agency for God. But in my soul some automatism are setted forever.
I've always got chills when I recall the Eucharistic ritual words, passion and death: to eat his flesh and drink his blood. One day in secret I dared to chew the holy host, being afraid of tasting the blood flavour in my mouth: I was 9 years old. And when I grew up I began to examine morbidly that corpse on the crucifix: the collar bones hollow, the blood drops on that cerulean face, those white long feet hold by a single iron nail, the iliac crest of the hips covered by a linen that approached to slide down, the eyes half-closed in the sorrow of agony. The same slim body  dejected  lifeless hugged by a woman with rosy and rounded cheeks, wrapped in soft clothes and surrounded by a warm cloak: the Stabat Mater that was placed in a church's niche.



Collage e assemblage, ritaglio di giornale, cristalli di plastica viola, tulle in stoffa viola, scimmietta in ceramica, in cornice Ikea® cm. 16x16x3,  2011
Collage and assemblage, magazine scrap, violet plastic crystals, violet tulle cloth, pottery little monkey, in Ikea® frame 16x16x3 cm.,  2011

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