Paperino Surfista

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mercoledì 20 marzo 2013

Torino e le sue acque - Turin and its waters , teca sabauda esoterica- esoteric Savoy display case

TORINO E LE SUE ACQUE
TURIN AND ITS WATERS
teca sabauda esoterica
esoteric Savoy dispaly case


( English below)
Questa è un'altra teca dedicata a Torino, la terza dopo "L'unica Augusta" ( 2011 ) e "papa Giovanni" ( 2011 ). La prima usava come cornice i colori della città, giallo e azzurro, un panorama in cui veniva moltiplicata la Mole Antonelliana, dove un titolo di cronaca tratto da un quotidiano distillava quello spirito torinese di provincia di ampio respiro, mentre da una 500 spuntava una giovane donna sorridente e ottimista. Una teca celebrativa, in uno stile sabaudo ironico ma leggiadro, il passaggio tra gli anni '70 e gli '80.

"L'unica Augusta", 2011, Collezione Privata, Boston, USA


This is the third display case consecrated to my town, Turin, after "The only Augusta" ( 2011) and "father John"   ( 2011). "The only Augusta" has in its frame the town colors, yellow and light blue, a landscape in which the Mole Antonelliana is multiplied, where the title of a local newspaper was the juice of our typical way of life ( I like to think of my town as a whistle stop connected to the world ). In the first display case a young woman on a La500 car was smiling, feeling good: a celebratory display case in an ironic and elegant Savoy way, symbolic shift from the 70s to the 80s.


Turet e statua della Grande Madre.


La seconda teca dedicata alla città si intiola "papa Giovanni": il gioco di parole del titolo si riferiva a Giovanni Agnelli, Giuanin Lamiera, come era soprannominato dagli operai, ed al sostantivo che poteva essere sia Papa che papà. Una riflessione sulla sua figura, paterna e/o di padre padrone ( della FIAT ) ed il rapporto con i suoi operai, quelli che in particolare affollarono i suoi funerali e che lo ringraziavano per avergli dato un lavoro e la possibilità di crescere i propri figli. Ma anche Papa nel senso che il Piemonte, grazie alla FIAT ed al suo indotto, per molti anni fu come uno stato pontificio laico del Nord. L'Avvocato nella teca è presente come immagine trasmessa da un apparecchio televisivo, uno dei simboli del raggiungimento del benessere economico per la famiglia media italiana insieme ad altri simboli come il frigorifero, la lavatrice...una utilitaria: questa è presente sopra la cornice della teca. Lo sfondo rappresentava il viaggio dell'emigrante dal sud verso Torino, portandosi negli occhi la fame e la speranza, le sue tradizioni ed i suoi oggetti apotropaici. Questa è la Torino del boom economico, dello sviluppo della Fabbrica tra gli anni '50 e '60.

"papa Giovanni", 2011, Collezione Privata, Torino.


The second display case consacrated to the town is "papa Giovanni" ( in Italian the word papa means Pope if written without the accent: instead the word papà means daddy. Another resonance is in the name Giovanni: this is the first name of the tycoon Giovanni Agnelli, owner of the FIAT car factory who died in 2003, and this is also the name of a famous and beloved pontiff, Papa Giovanni XXIII -  papacy 1958/1963 ). The Pope/daddy John is the Italian business man, lawyer and tycoon Giovanni Agnelli and the display case is a consideration on the relationship between he and his workers. In the 50s and 60s many poor people from the South of Italy came to Turin, looking for work: the immigrants during the economic boom found work, house, food and the possibility to grow a family. Turin, thanks to the FIAT factory, became a sort of secular state of the North, whose pontiff was Giovanni Agnelli.  In the display case this father/lord is broadcasted on TV by an old television set, one among the symbols of new welfare as the fridge, the washing machine...an economy car: indeed a little 500 car is present on the frame of the art box. The background portrays the migrants journey from the South of Italy to Turin, carrying hunger and hope, their traditions and their good luck objects ( of the Italian tradition, the cornetto - the horn, the fica - a typical gesture, the gobbo - the hunchbacked). This was Turin during the economic boom, during the development of the Factory in the 50s and 60s.






Torino è una città delle acque.Poche città al mondo possono vantare infatti di essere bagnate da quattro corsi d'acqua, come può fare il capoluogo piemontese. Non c'è solo il Po, il fiume più lungo d'Italia, che ha in Torino la prima grande città incontrata nei suoi oltre 600 km di cammino verso l'Adriatico e che separa la collina dalla città. Ci sono anche la Dora, la Stura e il Sangone. 
I tre torrenti, tutti provenienti dalle Alpi, hanno avuto funzioni diverse nella lunga storia torinese. La Dora, grazie alla vicinanza con le mura e alla forza delle sue acque, è stata sempre protagonista della produzione, dai mulini medievali fino alla rivoluzione industriale dell'Ottocento: il primo quartiere industriale e le prime fabbriche nacquero proprio lungo la Dora, dando vita al quartiere operaio della Vanchiglia. La Stura a nord e il Sangone a sud solo recentemente, con la grande espansione cittadina del dopoguerra, sono entrati nell'agglomerato cittadino. Il Sangone oggi è un fiume di orti privati e abusivi, ma vanta un passato di grande interesse: sulle sue rive sono sorte nei secoli alcune tenute dei Savoia, la più famosa delle quali è Mirafiori, oggi scomparsa, costruita in onore di un'Infanta di Spagna andata in sposa a un Duca di Savoia e ricordata oggi nel nome di un quartiere torinese e dell'impianto Fiat costruito in quest'area nel dopoguerra. La Stura, infine, grazie alla lontananza dalla città è rimasto il più "selvaggio" dei corsi d'acqua torinesi: se alcune sue rive hanno oggi bisogno urgente di una riqualificazione, già nella zona in cui le sue acque incontrano il Po, il torrente presenta alcuni luoghi di maggiore interesse naturalistico, in cui è possibile effettuare bird-watching.
Nel corso della storia i quattro fiumi di Torino sono stati arricchiti da parchi e giardini, veri e propri polmoni verdi cittadini nati magari per le ville patrizie e diventati poi patrimonio di tutti. Lungo la Dora, che in città scorre imprigionata in argini e muraglioni cui raramente si ribella (l'ultima, nel 2000, ha inondato il quartiere di Borgo Dora), sorge il Parco della Pellerina, uno dei più importanti polmoni verdi cittadini. Il Sangone bagna il Parco delle Vallere prima di buttarsi nel Po e la Stura incontra il Parco della Mandria a Venaria e, alla confluenza con il Po, dà vita a un'area seminaturale inclusa nel parco fluviale del Po. Protagonista della vita cittadina sin dall'antichità, è stato via via centro di produzione, di trasporto e di svago. Oggi è soprattutto luogo di svago, dai Murazzi rinati a nuova vita fino al Parco del Valentino, i club di canottaggio e il Parco delle Vallere, giù fino a Moncalieri; se in centro il Po è intrappolato dagli argini, verso Moncalieri scorre libero, con la vegetazione che si bagna nelle sue acque.
Torino è una città magica: costruita sul 45° parallelo, è rispettivamente uno dei tre vertici del triangolo della magia bianca con Praga e Lione e della magia nera con Londra e San Francisco. Il segreto di tanta magia sono le linee sincroniche, misteriose arterie di energia che proprio a Torino s’incrociano e quasi esplodono; la confluenza di due fiumi su cui sorge Torino, il Po e la Dora, che formano un anello di acque attorno alla città. Il Po rappresenta il Sole,e quindi la parte maschile,la Dora è la Luna quella femminile.
Turin is a water town. Few cities in the world swim into four freshwater flow. Not only the Po , Italy's longest river, but also three branches: Dora, Stura, Sangone.
 Turin is one of the six towns of magic: built on the 45° parallel, is one vertex of both magic triangles ( White magic with Prague and Lyons, Black magic with London and San Francisco). The secret of its magic are the synchronic lines, mysterious energy arteries that cross particularly in Turin and nearly explode: the two rivers' confluence where Turin rises up, the Po and the Dora, forms a water ring around the old town. The river Po represents the Sun, the male, the river Dora the Moon, the female.

Courtesy of Riccardo Vasconi.





Décollage, collage e assemblage, miniatura di fontanella, plastica, tessere di mosaico, in cornice di legno cm. 35x20x10, 2013
Décollage, collage and assemblage, fountain miniature, plastic, mosaic tiles, in wooden frame 35x20x10 cm., 2013







Passeggiata al Parco del Valentino lungo il Po

sabato 3 settembre 2011

papa giovanni, teca rammemorante cinetica - recollection kinetic display case

papa giovanni
teca rammemorante cinetica
recollection kinetic display case

Ancora una teca dedicata a Torino ( vedi post "L'unica Augusta", 2011), alla mia città. Sono presenti alcuni dei suoi simboli e altri introdotti negli anni '50 con la grande immigrazione dal Sud Italia: dopo ci furono il boom, la televisione, le auto. Il riflettore in alto a sinistra è un promemoria sia dei riflettori della storia operaia degli anni '70, che vide protagonista questa città del Nord Italia, sia per ricordarci della nascita dell'industria del cinema italiano, proprio a Torino,  negli anni '20. Una città ritirata dal resto della penisola e baricentrata verso la Francia fino a due secoli fa, quando decide di oscillare verso la penisola e occuparsi di storia italiana.

Another display case dedicated to my town, Turin. Its own symbols ( the Toret, a bullit shape green fountain who is placed all over the town, and the Mole Antonelliana, now the site for the Museum of Cinema but originally was supposed to be the town synagogue) and the ones* introduced in the 50s' and 60s' by the great immigration from the South of Italy: then it began  the "golden age", the television, the cars. Turin's was quite far from the Italian peninsula, more linked to its neighbour France, until the XIXth century, when  Savoia monarchy made itself a leading role in the creation of our nation ( 1861). 
* the explanation of those symbols see pics below



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The gobbo ( the hunchback), the corno ( the horn) and the fica ( the Devil's horns) are apotropaic, to avoid back luck, superstitious objects more typical from the South of Italy that, before the great immigration, were almost unkown to the people living in the North West of the peninsula.

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 L'ultimo re di Torino fu Giovanni Agnelli jr., Gioanin Lamiera, nipote di quel Giovanni Agnelli che da Villar Perosa arrivò a Torino alla fine del XIX° secolo. Si spense nella sua villa sulla collina torinese il 24 gennaio 2003: la camera ardente venne allestita nella Pinacoteca del Lingotto ed i suoi funerali che si svolsero nel Duomo di Torino vennero trasmessi da Rai Uno e seguiti da oltre 10mila persone.

The last king of Turin was Giovanni Agnelli jr. ( the nick name the working class of his car factory gave to him was something like Johnny Plate ), nephew of Giovanni Agnelli senior, the founder of the FIAT factory. He was the maker of the great factory development that gave work, during the 50's, 60's and part of the 70's, to a great amount of people that moved from the South to the North of Italy. Even if he was attacked, as himself and as a symbol of capitalism, during the working class struggle in the 70's and 80's, when he died in 2003 a lot of workers went to his funeral in tears, claiming that he saved them from poverty, giving to them work to provide money for their families. His funeral was broadcasted by the most important Italian channel, RAI 1, and celebrated in the most important catholic church in Turin.

Collezione Privata - Private Collection, Torino, Italy
collage e assemblage, oggetti in plastca, modellino di Fiat 500, in cornice Ikea® cm. 16x16x3, 2011
collage and assemblage, plastic little objects, miniature of Fiat 500 car, in Ikea® frame 16x16x3 cm., 2011



domenica 20 marzo 2011

L'unica Augusta - The only Augusta

L'UNICA AUGUSTA

THE ONLY AUGUSTA
teca rammemorante
recollection display case


Elenco delle cose meravigliose della mia città (coordinate spazio temporali):
1) la luce della domenica mattina primaverile, in un tiepido cielo di Torino senza nuvole, sempre. Il cielo di Torino.
2) percorrere via Garibaldi seduti nella 850 azzurra con interni in pelle rossa di mia madre il sabato pomeriggio a novembre, senza cinture di sicurezza e sul sedile a fianco del guidatore, giocando con la barbie
3) camminare velocemente verso Porta Nuova sotto i grigi marmorei portici di via Roma mentre nevica, a dicembre, alle ore 19:00
4) alle ore 18:30 di un autunno piovoso passeggiare sotto i portici di via Po, pensando ai Savoia, che almeno qualcosa di buono avean fatto
5) la pasta fresca da De Filippis trenta anni fa
6) le giostre in piazza Vittorio vestita da squaw nel febbraio 1976
7) le gradinate sotto Palazzo Nuovo, ore 21.00, aprile 1990
8) lastre di pietra trasportate a mano dal cantiere per la stazione ferroviaria del Lingotto verso El Paso, un'estate di tanti anni fa
9) il Balon, da quando avevo 14 anni
10) il cono gelato due gusti  che mi comprava mio nonno al Caffè Montecarlo di corso Vittorio Emanuele, e poi andavamo a guardare l'orologio di fiori davanti a Porta Nuova nell'estate del 1970, aspettando il pulman numero 60
11) giocare nei saloni di Madama Favro in piazza San Carlo col cocker Bonhomme e annusare i profumi di Paissa arrivare dal cortile interno a maggio con Fiammetta, la figlia della portinaia
12) parcheggiare la sera davanti a Palazzo Madama col mio 127 Panorama e andare a sentire jazz da Giancarlo ai Murazzi, quando non era ancora "Gianca" dei "Muri"
13) giocare al gioco dei mimi con i compagni dell'università sulle gradinate della Gran Madre nel 1991, armati di due bottiglie di vodka melon
14) l'imbocco dell'autostrada per Milano, fare l'autostop a 17 anni per andare a sentire Siouxsie e gli U2 al teatro tenda di Lampugnano...e non sapere come ritornare da Milano a Torino!
15) sorseggiare cioccolata calda al caffè Elena servita dalle mani traballanti della vecchia proprietaria, chiacchierando con una amica in un pomeriggio invernale
16) le code all'anagrafe di via Barbaroux in un "Quadrilatero" spellato e cascante all'inizio degli anni '80
17) il tram 19 che sferraglia in via Livorno angolo corso Regina Margherita e mi culla prima di addormentarmi
18) Barriera di Milano, piazza Crispi, un appartamento all'ultimo piano in cui ci piove dentro: il mal d'Africa
19) uscire dall'Auditoriun Rossini dopo aver assistito ad un concerto di Philip Glass con degli Ussari e vedere l'asfalto davanti al Frieda's pub fino a via Po coperto di erba e di fiori bellissimi
20) avvitare le lampadine dell'insegna "Odeon" in via Po su una scala precaria in un novembre del 1988 mentre tutti i passanti fanno commenti sul tuo fondoschiena
21) visitare il Museo Egizio la domenica mattina quando ero bambina, restare impressionate dalla mummia della sabbia e trovare il risotto con funghi porcini dello stesso colore a casa per pranzo.
22) addormentarsi a 8 anni durante la rappresentazione de "Il vascello fantasma" di Wagner al Teatro Regio, appena ricostruito, sulla spalla di mia madre
23) la Basilica di Superga, dove ho seppellito la Cioni, per poterne osservare la tomba dalle mie finestre, con il Grande Torino vicino alle tombe reali
24) il cinema porno di via San Donato, ben ubicato davanti alla scuola di suore dove il beato Faà di Bruno pose la prima pietra e dove da bambina posero su di me la pietra del mio sarcofago
Lisetta
 Io amo la mia città. La amo e la trovo una donna bellissima, leale, sempre al mio fianco. Le sue vie sono sempre state il mio ristoro, i suoi scorci il mio rifugio, i suoi angoli retti la mia anima.
Si possono aggiungere liberamente punti all'elenco sopra. Ognuno vive nella sua Torino. Questa è solo una porzione della mia.


Collage e assemblage, modellino auto FIAT 500 azzurra, in cornice Ikea® 16x16x3, 2011
Collage e assemblage, car model FIAT 500 blue, in Ikea® frame 16x16x3, 2011

Private Collection, Boston ( U.S.A. )