Paperino Surfista

mercoledì 2 novembre 2011

Il laboratorio alchemico di Pinocchio - Pinocchio's alchemical lab, teca antologica- display case

IL LABORATORIO ALCHEMICO DI PINOCCHIO

PINOCCHIO'S ALCHEMICAL LAB
teca antologica
anthological display case


Questo è un esperimento partecipativo, un'opera costituita da alcuni contributi che sono stati da me richiesti appositamente, commissionati. Un giorno ho preso un goniometro, l'ago al centro l'ho puntato su me stessa e ho notato quali persone erano presenti in quel momento nella mia vita: come presenza intendo fisica, sia di persona, che con una telefonata o una mail. Ho escluso gli estranei e incluso persone che hanno un posto nella mia vita.
Alcune persone sono state escluse, ma la scelta del giorno è stata casuale: ciò non significa che non le senta vicine.
A coloro che erano presenti quel giorno ho consegnato un semplice barattolino di vetro con un coperchio e ho dato un mandato, ho fatto una richiesta: utilizzare questo oggetto per traformarlo in qualcosa di proprio, di significativo, di farne una opera di espressione personale. Non vi erano vincoli per la realizzazione ad eccezione di riconsegnare il medesimo oggetto intatto, non modificato. Quindi poteva essere riempito fino all'orlo o parzialmente, poteva esser mantenuto o meno il coperchietto, poteva esser colorato, addobbato, modificato e potevano essere inserite parole e/o oggetti.
Ho detto che altre persone avevano ricevuto lo stesso incarico e che quello che mi avrebbero restituito sarebbe stato posto in un contenitore, in uno scrigno e che l'avrei esposto al pubblico.
Quello che mi interessava era proprio questo risvolto, questo processo di pensiero creativo, espressivo, di "exposure", un processo artistico in un certo senso. Il risultato dipendeva a questo punto da molti fattori. In primo luogo la responsabilizzazione individuale: si poteva mostrare indifferenza e superficialità come impegno e seria partecipazione. Si poteva riempire a caso il barattolino tanto per fare, sia per trascuratezza sia perchè non si aveva nulla da dire: oppure quell'oggetto da modificare poteva implicare un momento di riflessione e concentrazione, di espressione personale, di contenitore per sincere emozioni.
Riagganciandomi al termine "concentrazione" uno spazio così esiguo richiedeva appunto il concentrare l'idea o l'emozione o l'imitazione o l'emulazione di un soggetto. Alcune idee nel processo artistico possono essere assolutamente originali mentre altre, che sono state tuttavia concepite con sincerità, al fruitore sembreranno lo scimmiottamento di altri concetti artistici che già si sono visti: ma in alcuni casi non ci si rende nemmeno conto che dalla memoria e dal rimescolare conoscenze e immagini di altre opere è scaturita la propria idea. Alcuni invece potevano rivelarsi dei meri imitatori di alcune forme d'arte contemporanea.
Un altro fattore era certamente costituito dal proprio background culturale e dal posto che l'arte occupa nei propri interessi. Chi riserva nella vita uno spazio cospicuo all'amore per l'arte ed ha gli occhi pieni di produzioni artistiche si sarebbe dovuto confrontare con una serie di immagini di emulazione, imitazione, plagio o analogia da cui forse avrebbe voluto discostarsi: altri che all'arte riservano un ruolo più ridotto invece potevano godere della freschezza del gesto e dell'idea, senza nessun confronto, in assoluta libertà e purezza istintuale. Ma si può altresì ipotizzare il contrario, cioè che la familiarità con il linguaggio artistico non influenzasse minimamente il proprio prodotto ed il non essere avvezzi al processo di creazione artistica creasse empasse nel "costruire" l'oggetto.
L'altro fattore determinante era proprio costituito dal fatto che esso sarebbe sato esposto e cioè visto e potenzialmente giudicato da un pubblico più o meno nutrito, più o meno conosciuto. Questo argomento non è solo preso in considerazione dall'artista ma è anche un tema ricorrente nella vita di ognuno di noi, ciò che, secondo coscienza, abitudini, consuetudini, educazione, usi e costumi, può essere presentato di noi in pubblico, pubblicato, e ciò che può e/o deve restare privato, addirittura intimo. Quindi era interessante scoprire come il condizionamento della publica imago avrebbe influenzato il lavoro. Cioè cosa si sarebbe mostrato di sè e cosa di sè si sarebbe voluto o potuto mostrato in pubblico. Ancor di più, se ciò che si sarebbe voluto esporre sarebbe stato occultato, celato, trasfigurato, censurato. In alcuni di questi barattolini può esser più significativo ciò che non c'è rispetto a ciò che si vuole mostrare o dimostrare.
Questo è il mio teorema alchemico del burattinaio.
Ho obbligato queste persone all'utilizzo di un contenitore: non ho scelto una teca, una scatolina, ma un oggetto dalla forma difficile e trasparente. Doveva quindi essere tridimensionale, non c'era se non una piccola possibilità di sfondo, che non è stata peraltro utilizzata.
Un altro elemento da tenere in considerazione era il confronto con gli altri ( per gli altri non intendo solo le altre persone che avevano il barattolino in consegna ma mi riferisco più in generale all'ambiente esterno), la competizione,o l'indifferenza, la totale indipendenza; oppure altresì il sospettare cosa avrebbero fatto gli altri,o il voler più o meno apertamente primeggiare, l'assoluta umiltà del gesto o la presunzione. Alcuni si sarebbero tenuti in disparte, entrando discretamente e in punta di piedi, altri avrebbero gradito una visibilità più ad effetto.

 Le persone a cui ho consegnato l'oggetto hanno vari gradi di relazione tra loro e l'unico punto che hanno in comune è il fatto che mi conoscono: ma anche fra essi vi sono dei ponti di conoscenza. Alcuni si sono creati successivamente alla consegna dell'oggetto: altri sono precedenti addirittura all'amicizia con la sottoscritta. E questo è un altro gioco del destino che si potrà compiere spostando i barattolini nello scrigno, mettere in relazione i barattolini avvicinando o scostando le presenze gli uni tra gli altri.
Alla fine cosa apparirà agli estranei? Cosa si dedurrà dalla manipolazione di questi oggetti neutri?
Quando qualcuno osserverà i barattolini cosa penserà di noi? Quali spostamenti farà? Quali barattolini metterà in relazione? Quali riterrà interessanti? E quali invece resteranno insignificanti? E per quale ragione? E perchè si chiama laboratorio alchemico? Perchè Pinocchio, cosa c'entra?

il gatto dell'alchimista sorveglia lo scrigno di Pinocchio


Venite a giocare con le bamboline voodoo dello scrigno nel laboratorio alchemico di Pinocchio.



con la partecipazione di:

Fabrizio Alloero
Silvano Bertalot
Marco Clari
Alessio Conti
Michela Forgione
Michele Forneris
Maurizio Gelatti
Caterina Musso


courtesy of: Alessandro Macrì, che gentilmente mi ha procurato il broccato per il rivestimento dello scrigno.
L'illustrazione di Pinocchio è del grande Attilio Mussino.

Collezione Privata, Torino - Private Collection, Italy

Assemblage, barattolini in vetro per alimenti, stoffa, in scatola in legno cm. 32x22x9, 2011
Assemblage, little glass jar food container, cloth, in wooden box 32x22x9 cm., 2011