Paperino Surfista

lunedì 21 marzo 2011

Ombre rosse ( nessuno verrà a salvarci) - Red shadows ( no one will save us), teca rammemorante - recollection display case

OMBRE ROSSE
(nessuno verrà a salvarci)

RED SHADOWS
( no one will save us)
teca tammemorante
recollection display case


Un personaggio michelangiolesco della Cappella Sistina scappa inseguendo Paul Gauguin e si ritrova su un'isola in compagnia di un pappagallo rosso. Era stufo di vedere papi e alti prelati deambulare sotto i suoi occhi, ma con gli anni il rosso è diventato il suo colore preferito.

A character fron Michelangelo in the Sistina Chapel escapes, chasing Paul Gauguin and happens to be on an island along with a red parrot. He was sick and tired to overlook popes and high prelates ambulating under his eyes. But throughout the ages red has become his favourite color.

                                       

Questa teca è esattamente ciò che pensate che sia. Anche i fili di lana, come fasci di luce, come fili dell'alta tensione, come il filo dei pensieri. Connessioni sempre più sottili e fragili tra la natura e l'essere umano, tra l'essere umano e gli altri esseri viventi, attaccati ad un filo.

This display case is exactely what you suppose. Even the woollen threads, as beams, as high tension wires, as the train of thoght. Increasingly thin and  fragile links between Nature and the human being, between the human being and the other living creatures, hanging by a thread.


E se vi venisse un dubbio, il titolo originale del film di John Ford è "Stagecoach" e non "Red shadows"...non vorrei ne foste depistati.

collage e assemblage, ritagli di riviste, giocattolino in plastica, fiore rosso in tessuto, lana colorata, chiodi, in cornice Ikea® cm. 25x25x3, 2011
collage and assemblage, newspaper scraps, plastic little toy, red flower tissue, coloured wool, nails, in Ikea® frame 25x25x3 cm., 2011

domenica 20 marzo 2011

L'unica Augusta - The only Augusta

L'UNICA AUGUSTA

THE ONLY AUGUSTA
teca rammemorante
recollection display case


Elenco delle cose meravigliose della mia città (coordinate spazio temporali):
1) la luce della domenica mattina primaverile, in un tiepido cielo di Torino senza nuvole, sempre. Il cielo di Torino.
2) percorrere via Garibaldi seduti nella 850 azzurra con interni in pelle rossa di mia madre il sabato pomeriggio a novembre, senza cinture di sicurezza e sul sedile a fianco del guidatore, giocando con la barbie
3) camminare velocemente verso Porta Nuova sotto i grigi marmorei portici di via Roma mentre nevica, a dicembre, alle ore 19:00
4) alle ore 18:30 di un autunno piovoso passeggiare sotto i portici di via Po, pensando ai Savoia, che almeno qualcosa di buono avean fatto
5) la pasta fresca da De Filippis trenta anni fa
6) le giostre in piazza Vittorio vestita da squaw nel febbraio 1976
7) le gradinate sotto Palazzo Nuovo, ore 21.00, aprile 1990
8) lastre di pietra trasportate a mano dal cantiere per la stazione ferroviaria del Lingotto verso El Paso, un'estate di tanti anni fa
9) il Balon, da quando avevo 14 anni
10) il cono gelato due gusti  che mi comprava mio nonno al Caffè Montecarlo di corso Vittorio Emanuele, e poi andavamo a guardare l'orologio di fiori davanti a Porta Nuova nell'estate del 1970, aspettando il pulman numero 60
11) giocare nei saloni di Madama Favro in piazza San Carlo col cocker Bonhomme e annusare i profumi di Paissa arrivare dal cortile interno a maggio con Fiammetta, la figlia della portinaia
12) parcheggiare la sera davanti a Palazzo Madama col mio 127 Panorama e andare a sentire jazz da Giancarlo ai Murazzi, quando non era ancora "Gianca" dei "Muri"
13) giocare al gioco dei mimi con i compagni dell'università sulle gradinate della Gran Madre nel 1991, armati di due bottiglie di vodka melon
14) l'imbocco dell'autostrada per Milano, fare l'autostop a 17 anni per andare a sentire Siouxsie e gli U2 al teatro tenda di Lampugnano...e non sapere come ritornare da Milano a Torino!
15) sorseggiare cioccolata calda al caffè Elena servita dalle mani traballanti della vecchia proprietaria, chiacchierando con una amica in un pomeriggio invernale
16) le code all'anagrafe di via Barbaroux in un "Quadrilatero" spellato e cascante all'inizio degli anni '80
17) il tram 19 che sferraglia in via Livorno angolo corso Regina Margherita e mi culla prima di addormentarmi
18) Barriera di Milano, piazza Crispi, un appartamento all'ultimo piano in cui ci piove dentro: il mal d'Africa
19) uscire dall'Auditoriun Rossini dopo aver assistito ad un concerto di Philip Glass con degli Ussari e vedere l'asfalto davanti al Frieda's pub fino a via Po coperto di erba e di fiori bellissimi
20) avvitare le lampadine dell'insegna "Odeon" in via Po su una scala precaria in un novembre del 1988 mentre tutti i passanti fanno commenti sul tuo fondoschiena
21) visitare il Museo Egizio la domenica mattina quando ero bambina, restare impressionate dalla mummia della sabbia e trovare il risotto con funghi porcini dello stesso colore a casa per pranzo.
22) addormentarsi a 8 anni durante la rappresentazione de "Il vascello fantasma" di Wagner al Teatro Regio, appena ricostruito, sulla spalla di mia madre
23) la Basilica di Superga, dove ho seppellito la Cioni, per poterne osservare la tomba dalle mie finestre, con il Grande Torino vicino alle tombe reali
24) il cinema porno di via San Donato, ben ubicato davanti alla scuola di suore dove il beato Faà di Bruno pose la prima pietra e dove da bambina posero su di me la pietra del mio sarcofago
Lisetta
 Io amo la mia città. La amo e la trovo una donna bellissima, leale, sempre al mio fianco. Le sue vie sono sempre state il mio ristoro, i suoi scorci il mio rifugio, i suoi angoli retti la mia anima.
Si possono aggiungere liberamente punti all'elenco sopra. Ognuno vive nella sua Torino. Questa è solo una porzione della mia.


Collage e assemblage, modellino auto FIAT 500 azzurra, in cornice Ikea® 16x16x3, 2011
Collage e assemblage, car model FIAT 500 blue, in Ikea® frame 16x16x3, 2011

Private Collection, Boston ( U.S.A. )

All the young dudes, teca rammemorante - recollection display case

ALL THE YOUNG DUDES
teca rammemorante
recollection display case
Foto di Jibril Omarmuse


Creare una teca che abbia come argomento la guerra e che esprima l'essere contrari alla guerra, alle guerre, apre uno scivolo insaponato verso il didascalico, la banalità, la demagogia. Dentro ci sono domande e ci sono spunti di riflessione: le guerre sono necessarie ma non servono. La guerra non riesce ad essere tramandata nell'evoluzione umana come condizione crudele, il suo orrore sembra sempre scomparire nel giro di una o due generazioni. E la storia è condannnata a ripetersi nella sua violenza.

"Creating a display case to talk about war and casting a vote against it, against all wars, could easily lead towards being didactic, banal and populist. It contains questions and food for thought: wars are necessary but have no use. War cannot be handed down in human evolution as a cruel condition, its horror appears to disappear within one or two generations. And history is destined to repeat itself in its violence.
A soldier holds a firearm. I imagine medals, monuments raised to the unknown soldier, military parades with cheering crowds. in front of the soldier in the bubble, there have been and will be many like him, is a cave-woman: and just a minute earlier a black monolith appeared among hominidae fighting over a spring."


Un soldato impugna un'arma da fuoco. Immagino medaglie al valore, immagino monumenti al milite ignoto, immagino parate militari con folle plaudenti. Di fronte al soldato nella bolla, lui come altri ci son stati e ci saranno, c'è una donna delle caverne: e solo un minuto fa appariva il monolite nero tra gli ominidi che si sfidavano per una fonte d'acqua.


Soldati
 
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

G. Ungaretti



Sullo sfondo il disegno di Leonardo da Vinci raffigurante le proporzioni umane secondo i canoni antropometrici dell’architetto romano Vitruvio Pollio  del I secolo a.C., detto Uomo Vitruviano.
Il disegno è conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia fin dal 1822, quando il Governo austriaco l’acquistò, insieme ad altri venticinque straordinari disegni di Leonardo, dal collezionista milanese Giuseppe Bossi, lo stesso che lo pubblicò nel 1810, dopo secoli di oblio.
Il foglio ( mm. 344 x 245, carta bianca), eseguito a Milano intorno al 1490, rappresenta uno studio di proporzioni del corpo umano inserito nel cerchio e nel quadrato, le figure geometriche ritenute perfette da Platone, disegnate però non concentriche, bensì costruite in relazione tra loro secondo i modi della Sezione Aurea. Così il centro del cerchio coincide con l’ombelico, e quello del quadrato cade all’altezza dei genitali; come questi indicano l’origine fisica, così l’ombelico rimanda a quella spirituale. Ed è proprio nell’idea geniale di raffigurare contemporaneamente le due potenzialità geometriche, tramite l’applicazione di regole matematiche produttrici di un’armonia che sconfina nella musica, che l’artista realizza una rappresentazione armonica, in una sintesi che resta insuperata. La duplice postura della figura umana, inoltre, accentua l’andamento oltremodo cinetico dell’immagine, in un gioco di mutazione continua che, unito al concetto umanistico dell’uomo come specchio dell’universo, ne fa un simbolo di perfezione classica del corpo e della mente, umana e divina, quindi del microcosmo, riflesso del cosmo intero, a misura d’uomo: un valore universale, quindi, che in quanto tale racchiude in sé un’incancellabile aspirazione al futuro che lo renderà sempre attuale.
Leonardo - Uomo vitruviano                                   Vitruvio NASA
Non a caso la  NASA lo ha scelto quale emblema  per il suo programma di esplorazioni spaziali. Un problema ancora aperto, quindi, quello dell’interpretazione di questa eterea sintesi grafica dell’armonia dell’uomo nel cosmo, non interamente appartenente né all’arte né alla scienza. “Non mi legga chi non è matematico nelli mia principi”, scrive infatti Leonardo all’inizio del Libro di Pittura (IV, f.14r), memore dell’ammonimento di Platone. Il suo approccio alla conoscenza scientifica, tuttavia, era visivo; era l’approccio del pittore, come affermava lui stesso: “La pittura abbraccia in sé tutte le forme della natura”.


Homer Vitruviano

traduzione: courtesy of  Daniel Monti

collage e assemblage, foglio di block notes, cristalli di plastica, bolla trasparente in plexiglass, giocattoli in plastica, in cornice Ikea® cm. 16x16x3, 2011
collage and assemblage, block notes paper, plastic crystals, transparent plexiglass bubble, plastic toys, in Ikea® frame 16x16x3 cm., 2011

Galleria Elena Salamon L'Arte Moderna

giovedì 17 marzo 2011

collegamenti

collegamenti



the Lovers, Tarot number VI

Judith si aggirava tra le varie sostanze del mondo senza sentirne gli odori.

scimmia silente
  E non aveva più parole.
Wilma spaventata.

Era come spaventata.
Jack the Ripper attenta alla vita di Andy Warhol
 Qualcuno voleva ucciderla.

Anitona si incammina verso Lourdes
 e Judith supplicava per ricevere una grazia.


ma tutto le sembrava così buffo, ridicolo!!!!


   Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
      e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
      Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
      Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
5    le coincidenze, le prenotazioni,
      le trappole, gli scorni di chi crede
      che la realtà sia quella che si vede.

      Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
      non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
10  Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
      le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
      erano le tue.